Differenze tra le versioni di "Alastor"
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Versione attuale delle 12:54, 14 Mag 2009
Descrizione [dalla scheda]
E’ una persona abbastanza alta, con lunghi capelli neri che gli ricoprono parte della schiena. I suoi occhi sono di due colori diversi: uno è marrone, l’altro è azzurro. Non indossa vesti particolarmente sfarzose o appariscenti, ma una lunga tunica bluastra decorata con simboli arcani. I lembi svolazzanti del vestito sono alquanto laceri, segno di una notevole usura, ma egli non è assolutamente intenzionato a cambiare quell’abito a lui tanto caro. Il suo volto è in tutto e per tutto simile a quello di una ragazza e, né il suo modo di fare, né la sua voce, differiscono di molto da quelli di una fanciulla. Egli, però, è infastidito dagli imbarazzanti equivoci che può generare e, per quanto si sia rassegnato al suo aspetto esageratamente effeminato, prova costantemente a mostrarsi forte e virile. Aveva l’abitudine di farsi accompagnare dal suo gattino nero Graal ma, ultimamente, il micetto preferisce riposarsi nella capanna del suo padrone piuttosto che accompagnarlo nei suoi lunghi pellegrinaggi.
Background [dalla scheda]
Nato in una famiglia di mercanti, passò l’infanzia viaggiando con i genitori da un paese all’altro, non potendo mai definire un posto “casa”. All’età di sedici anni, mentre si stava recando con la sua famiglia in Brigantia per vendere delle merci, subì un agguato da parte di alcuni predoni che avevano notato la ricchezza di oggetti che i mercanti possedevano. Durante la sfrenata corsa per sfuggire da quegli uomini, Alastor cadde dal carro su cui si trovava e finì violentemente nel fitto sottobosco, dove perse i sensi a causa della botta improvvisa. Ripresosi, si rese conto di essersi salvato poiché i predoni non l’avevano notato ma, seguite le orme che il carro ed i cavalli avevano lasciato, si accorse che i suoi genitori non erano stati altrettanto fortunati. Era solo. Solo in una fitta foresta di un posto a lui sconosciuto. Raccolse le poche cose rimaste integre che sarebbero potute servigli ed iniziò a vagabondare nella foresta, cercando disperatamente un uscita. Passavano i giorni, ma, nonostante tutto, l’immagine della madre in punto di morte che piangendo ringraziava gli dei perché suo figlio era ancora vivo non voleva abbandonarlo. Inoltre, proprio perché la madre era morta tra le sue braccia, egli continuava a maledire sé e la propria impotenza. Si ripromise che avrebbe imparato a curare la gente, in modo tale da risparmiare ad altri il dolore della perdita che in quei momenti lo perseguitava. Sembrava che fosse destinato a vagare in quella foresta per l’eternità ma, proprio quando la speranza stava per morire, vide da lontano del fumo indubbiamente prodotto da un focolare. Corse in quella direzione, deciso a scoprire chi risiedesse in quel luogo e speranzoso di essersi salvato dalla fame. Lì trovò una capanna ma non fece in tempo ad entrare poiché la sfrenata corsa lo aveva privato delle sue ultime forze. Svenne. Quando si risveglio scoprì di trovarsi disteso su di un giaciglio di paglia all’interno dell’abitazione. Quadehar, il vecchio druida che lo aveva raccolto da terra e lo aveva condotto all’interno della dimora, si prese gentilmente cura di lui, sfamandolo e curandolo dalle varie ferite che si era procurato nel bosco. Tornato in forze, Alastor decise di sdebitarsi con l`uomo rimanendo con lui per tenergli compagnia ed aiutarlo raccogliendo le erbe che gli servivano per creare pozioni magiche. Rimase con lui per tre anni, durante i quali imparò molto bene a conoscere le varie erbe ma, nonostante le continue insistenze che faceva al vecchio saggio, questo non volle insegnargli la strada per essere anch’esso un druida, affermando di non essere la persona più adatta per insegnarglielo. Poco dopo l’arrivo dell’inverno, Quadehar invitò Alastor a lasciare la sua capanna ed a recarsi al villaggio di Isurium Brigantia, dove risiedeva un saggio druida di nome Elminster che lo avrebbe potuto aiutare a coronare il suo sogno di entrare nel Sacro Cerchio. Con le lacrime agli occhi per quell’addio imprevisto, il ragazzo partì alla volta di quel villaggio a lui sconosciuto. Giunto in quel luogo, fece richiesta al righ di entrare in tribù e, dopo un certo periodo, divenne un popolano della tribù brigante. Dopo aver proseguito i suoi studi sulle erbe attendendo l’apertura del Sacro Cerchio per poter diventare un Sole di Isurium ed aiutare tutti i suoi fratelli con i quali, in breve tempo, strinse magnifici rapporti di amicizia, Alastor riuscì finalmente a diventare un apprendista druido ed iniziò a seguire le lezioni del Sencha Elminster e di qualsiasi altro maestro riuscisse a trovare. Proprio negli ultimi tempi del suo apprendistato incontrò in spianata una ragazza di Cruthne che accompagnava un guerriero in cerca d’aiuto nelle terre di Brighit. Ella si presentò con il nome di Neisha ed il ragazzo non poté fare a meno di cancellare tutta la propria ostilità nei confronti dei Pitti e sorriderle di rimando, colpito dal suo modo gentile di comportarsi. Passarono i giorni, ma il volto della fanciulla rimase saldamente ancorato nei pensieri del Brigante che, suo malgrado, si rese conto di provare nei suoi confronti qualcosa di più che semplice simpatia. Versò lacrime amare mentre s’indeboliva sia spiritualmente che fisicamente, distrutto da quella profonda divisione del proprio cuore tra l’amore per la propria terra e quello nei confronti della ragazza al fianco della quale non sarebbe mai potuto stare. Trovò infine conforto nelle parole del Maestro che gli narrò la sua esperienza con la Luna d’Isca, decidendo quindi di non tentare di negare i propri sentimenti ma di porre prima d’ogni altra cosa la propria tribù, affrontando la pitta sul campo di battaglia ma permettendosi di amarla in altre occasioni. Ritrovò così il proprio buon umore e, con esso, riacquistò rapidamente la salute che era andata peggiorando. Ebbe quindi un breve colloquio con il druido Eildeir e, dopo pochi giorni, venne nominato dinanzi alla Sacra Quercia Druida delle Terre di Brighit, Splendente Sole d’Isurium. Adesso, sapendo bene di essere solo all’inizio del proprio cammino e considerandosi solo un piccolo germoglio, è deciso ad impegnarsi con tutto sé stesso per diventare maggiormente degno della carica che ricopre apprendendo gli insegnamenti di quell’enorme e saggio albero chiamato Elminster.
Note [dalla scheda]]
Ha un carattere molto particolare, definibile solo con il termine "incoerente". Ora può essere allegro, ora malinconico, ora freddo ed odioso, ora timido come una fanciulla. Età: 26 anni.