Jump to: navigation, search

Cicerone/De divinatione/Liber I/37

Versione del 14 Mag 2009 alle 13:33 di Admin (Discussione | contributi) (1 revisioni importate)
(diff) ←Older revision | view current revision (diff) | Newer revision→ (diff)

Template:Torna

Atque etiam illa concitatio declarat vini in animis esse divinam. Negat enim sine furore Democritus quemquam poetam magnum esse posse, quod idem dicit Plato. Quem, si placet, appellet furorem, dum modo is furor ita laudetur ut in Phaedro [Platonis] laudatus est. Quid? Vestra oratio in causis, quid? ipsa actio potest esse vehemens et gravis et copiosa, nisi est animus ipse commotior? Equidem etiam in te saepe vidi et, ut ad leviora veniamus, in Aesopo, familiari tuo, tantum ardorem vultuum atque motuum, ut eum vis quaedam abstraxisse a sensu mentis videretur.
Obiciuntur etiam saepe formae, quae reapse nullae sunt; speciem autem offerunt; quod contigisse Brenno dicitur eiusque Gallicis copiis, cum fano Apollinis Delphici nefarium bellum intulisset. Tum enim ferunt ex oraclo ecfatam esse Pythiam:

"Ego providebo rem istam et albae virgines."

Ex quo factum ut viderentur virgines ferre arma contra et nive Gallorum obrueretur exercitus.


1

anche quell'esaltazione dimostra che nell'anima c'è una forza divina. Democrito, in effetti, sostiene che nessuno può essere un grande poeta senza una specie di follìa, e la stessa cosa dice Platone. La chiami pure follia, purché ne venga fatto un elogio come nel Fedro. D'altronde, i discorsi di voi oratori nei processi, i vostri gesti stessi, possono essere veementi, elevati, eloquenti, se anche l'animo di chi parla non è alquanto commosso? In verità, spesso ho veduto in te, o, per passare a un genere meno solenne, nel tuo amico Esopo un tale ardore di espressioni del volto e di movimento, che si sarebbe detto che una forza misteriosa lo avesse tratto fuori dalla piena consapevolezza di sé.
Spesso anche si presentano alla vista delle immagini che non hanno realtà alcuna, ma ne hanno l'apparenza. Ciò, si narra, accadde a Brenno e ai Galli suoi soldati, quando quel re scatenò un'empia guerra contro il tempio di Apollo delfico. Dicono che allora la Pizia parlò solennemente così dall'oracolo: "A questo provvederò io, e con me le bianche vergini." Accadde allora che delle vergini sembrassero avanzarsi armate, e che in realtà l'esercito dei Galli fosse sepolto sotto la neve.