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Centro Sociale Leoncavallo

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<googlemap lat="45.502437" lon="9.208195" zoom="16"> 45.501415, 9.208191, Centro Sociale Leoncavallo </googlemap>

L'ampio ingresso su strada, che immette direttamente nel vasto cortile interno, viene lasciato aperto durante tutto il giorno, per consentire il libero accesso a tutti, e specialmente a soggetti quali i migranti o gli homeless. Il cortile interno è inteso, allo stesso tempo, anche come una piazza del quartiere: da un lato esso rappresenta un luogo protetto, dove le comunità più a rischio dal punto di vista legale (migranti, innanzitutto) possono incontrarsi senza che la polizia possa all'improvviso intervenire, mentre dall'altro lato si configura come uno spazio pubblico rivolto all'esterno, su cui si affacciano bar e in cui si realizzano eventi all'aperto per il quartiere e per la città.

Gli spazi comuni al coperto sono pensati come privi di controllo formale, gratuiti rispetto all'accesso, e intrinsecamente volti al libero sviluppo delle relazioni sociali, dell'interazione diretta tra le persone, sia del gruppo degli occupanti sia dei frequentatori/utenti esterni. Tutti gli spazi sono lasciati all'autogestione, realizzata da parte di gruppi diversi, che in essi organizzano attività sociali e culturali in ampia autonomia: l'organismo di raccordo di questa struttura reticolare è costituito dall'assemblea generale del centro, che si riunisce tutte le settimane e che decide, non senza conflitti interni, la strategia complessiva del Leoncavallo.

I principali spazi del centro sociale, con le correlate attività di utilità pubblica, sono:

- i due bar, dove si organizzano eventi artistici e culturali (mostre, dibattiti, ..) e si promuove l'antiproibizionismo rispetto alle droghe leggere: in essi è possibile per gruppi esterni di organizzare autonomamente eventi, quali jam-session, mostre fotografiche, ..

- la cucina/self-service, aperta al pubblico a prezzi popolari, dove vengono offerti pasti gratuiti a homeless e migranti, e dove cenano anche gli attivisti del centro;

- le sedi delle quattro associazioni non governative interne al centro (attive nel settore socio-culturale e della cooperazione con il sud del mondo), che si affacciano sul cortile;

- il salone per concerti e il teatro, dove si organizzano eventi di ampio richiamo, sempre a prezzi popolari;

- la libreria, che funziona anche come centro di documentazione e di consultazione di materiale autoprodotto;

- l'area della comunicazione, che ospita la segreteria amministrativa del centro e le attività di informazione e comunicazione (sito web, consulenza legale per migranti, informazioni sul movimento, ..)

In questi spazi vengono erogati dei veri e propri servizi pubblici, con un chiaro approccio universalistico: nel contempo la spiccata attenzione alle relazioni sociali e al rapporto diretto con gli utenti, fa sì che tali servizi siano un ambito di incontro tra dinamiche societarie (legate ai diritti universali) e comunitarie (legate alla reciprocità e ai rapporti face-to-face). Al contrario della logica di mercato (fondata sul rapporto monetarizzato tra fornitore-cliente) e della logica di Stato ( fondata sul rapporto burocratico tra erogatore ed assistito), nel caso dei servizi del Leoncavallo la logica è quella della cittadinanza: attraverso i servizi si attivano i cittadini rispetto a contenuti politici e culturali, rispetto ai loro diritti e al soddisfacimento sociale dei bisogni. In questo senso il rapporto è di natura pubblica, ed è teso alla validazione dei singoli, attraverso il riconoscimento della loro autonomia individuale e quindi attraverso il loro empowerment.

L'erogazione di questi servizi di cittadinanza e di prossimità attiva inoltre dinamiche di carattere economico e lavorativo, che conferiscono al Leoncavallo la caratteristica di impresa sociale non-profit. Infatti l'attività del centro consente di offrire un salario sociale a circa 40 attivisti (molti dei quali sono migranti), grazie ai ricavati che provengono da un numero annuo di frequentatori/utenti pari a circa 100.000 unità.

(tratto da: Centro Sociale Leoncavallo,uno spazio pubblico di prossimità di Andrea Membretti,sociologo)

Il Leoncavallo è di nuovo minacciato di sfratto(febbraio 2009).

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