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Grande distribuzione organizzata

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La grande distribuzione organizzata, abbreviata dagli addetti ai lavori in GDO, è l'evoluzione del commercio dal dettaglio all'ingrosso. È composta da grandi strutture o grandi gruppi (in alcuni casi multinazionali) con molte strutture distribuite su tutto il territorio nazionale, internazionale o addirittura mondiale. Nel gergo tecnico si distingue tra strutture della Grande Distribuzione (GD) e strutture della Distribuzione Organizzata (DO). Le prime vedono grosse strutture centrali gestite da un'unico soggetto proprietario, che gestiscono punti di vendita quasi sempre diretti. Gli attori più importanti sul mercato Italiano sono sicuramente Carrefour, Auchan, Esselunga. Le seconde vedono invece piccoli soggetti aggregarsi secondo la logica de l'unione fa la forza: attraverso infatti l'adesione ai gruppi d'acquisto i piccoli e medi dettaglianti possono ottenere agevolazioni economiche in termini di approvvigionamento, derivanti dal maggior potere contrattuale nei confornti dell'industria da parte delle centrali. Inoltre vi sono anche vantaggi conseguibili dallo sfruttamento del marchio e dall'ottenimento di supporto in termini di know-how e coordinamento strategico. Nel nostro paese i gruppi più importanti sono sicuramente Interdis, Selex, Sisa e Despar. Per lungo tempo in Italia la Distribuzione Organizzata ha raggiunto e mantenuto un vantaggio competitivo nei confronti dei cugini della Grande Distribuzione, complice infatti una legislazione commerciale favorevole e, soprattutto, indubbie influenze di carattere politico. [senza fonte]{{#if:||}}

Recentemente la GD ha però radicalmente cambiato le sue strategie di crescita, tanto da pareggiare e, solo ultimamente, scavalcare la posizione di dominanza della DO. Un aspetto determinante che ha causato il "cambio di leadership" è proprio da individuare nelle caratteristiche strutturali dei due operatori. Infatti la struttura a rete classica della DO ha rivelato alcuni punti deboli riconducibili alle relazioni negoziali con i fornitori. Sovente infatti nella DO si verificano casi di "sovrapposizione negoziale" a causa della crescita dimensionale (e di conseguenza contrattuale ed economica) di singoli membri appartenenti allo stesso gruppo che non tardano a reclamare maggiore indipendenza dalla centrale, anche per le problematiche di carattere strategico e di governance. I rapporti di fornitura e le condizioni economiche che si riescono a ottenere infatti rappresentano una voce di assoluta centralità nel risultato economico di un impresa commerciale. Inoltre non va sottovalutata l'eterogeneità dei formati di vendita che spesso va a caratterizzare la DO e che penalizza la capacità di controllo e di coordinamento unitario da parte della centrale.

In generale, in Italia la GDO soffre una notevole debolezza della catene nazionali che si trovano soverchiate dalla potenza dei colossi esteri, in particolar modo nei settori discount e ipermercati, ripettivamente dominati da gruppi tedeschi e francesi. Ne consegue anche una totale assenza di gruppi italiani nei mercati esteri, mentre in Germania e Francia dominano le proprie catene nazionali. Nessun gruppo italiano ha una diffusione capillare in tutto il Paese, ad eccezione delle cooperative di consumatori (Coop) e di dettaglianti (Conad). C'è chi auspica una fusione di catene a diffusione locale per creare un grande gruppo privato italiano da contrapporre a Carrefour e Auchan: per esempio tra gli ipermercati Bennet e Panorama[senza fonte]{{#if:||}}, che già si riforniscono dalla stessa centrale di acquisto Intermedia e si presentano in maniera estremamente simile, ma sono finora diffusi capillarmente solo in aree limitate e diverse (senza mai farsi concorrenza); un'ulteriore acquisizione di Esselunga e di altre catene minore al Sud e al Nordest nel canale supermercati, farebbe di questo gruppo il maggiore in Italia, anche davanti a Coop. Ad integrare le due tipologie distributive vi sono, inoltre, le cooperative di consumatori e le cooperative di dettaglianti. Le prime vedono nel principale attore Coop Italia, mentre le seconde Conad, entrambe con sede a Bologna. Di norma i sistemi cooperativi vengono comunque inseriti all'interno dei gruppi della Grande Distribuzione.


Classificazione punti vendita

I punti vendita vengono generalmente classificati dalla grande distribuzione per canale in base alla loro dimensione effettivamente adibita ad area di vendita vera e propria, cioè senza calcolare eventuali gallerie commerciali, parcheggi, ecc. ed in base alla profondità dell'assortimento.

Secondo la società Nielsen, i canali di vendita della grande distribuzione sono i seguenti:

  • Ipermercato: struttura con un'area di vendita al dettaglio superiore ai 2.500 mq.
  • Supermercato: struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 400 mq ai 2.499 mq.
  • Libero Servizio: struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 100 mq ai 399 mq.
  • Discount: struttura in cui l'assortimento non prevede la presenza di prodotti di marca.
  • Cash and carry: struttura riservata alla vendita all'ingrosso.
  • Tradizionali: negozi che vendono prodotti di largo consumo di superficie inferiore ai 100 mq.
  • Self Service Specialisti Drug: negozi che vendono principalmente prodotti per la cura della casa e della persona.

Nel linguaggio corrente del settore, vi sono anche altre terminologie, che cercano di creare ulteriori segmentazioni.

  • Iperstore struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 2.500 mq ai 3.999 mq.
  • Superstore struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 1.500 mq ai 2.499 mq.
  • Superette struttura con un'area di vendita al dettaglio che va dai 200 mq ai 399 mq.

La classificazione per area di vendita è indicativa, è da considerare anche la politica commerciale che sta alla base del punto vendita. Ad esempio il gruppo Interdis individua, con insegna Ipersidis, superfici dai 1500 metri quadri in su, mentre per Il Gigante o Esselunga, i superstore sono negozi dai 2000 ai 4500 metri quadrati circa, mentre vengono considerati ipermercati, ad esempio da Auchan solo i negozi dai 4500 metri quadri in su. Nella realtà, quindi, ogni catena prevede dei format diversi con caratteristiche che spesso esulano dalla metratura, ed attengono, ad esempio, alla presenza in assortimento di prodotti non alimentari o ad un alta superficie dedicata ai prodotti freschi.

La storia

Fin dal 1830 in Francia i cosiddetti Magasins de Nouveautés rappresentarono il passaggio tra il commercio tradizionale e la formula del grande magazzino.

La data di nascita del grande magazzino, tuttavia, è fatta coincidere con l'apertura del rinnovato Le Bon Marché a Parigi nel 1869, seguito a ruota dall'apertura dei magazzini Louvre.

Questo primato è, peraltro, contestato da molti[senza fonte]{{#if:||}} che lo attribuiscono all'americano Macy (che aprì a New York nel decennio successivo) in quanto l'ampiezza delle linee merceologiche offerte da Macy giustifica, a prescindere dalla data di apertura, la definizione di grande magazzino.

Per quanto riguarda il Supermercato, la sua nascita è fatta coincidere con l'apertura del primo punto vendita della King Kullen negli Stati Uniti nel 1930.

Per quanto riguarda, infine l'Ipermercato, il caso più emblematico è quello del gruppo francese Leclerc che ha sempre tentato di introdurre nuove merceologie nei suoi punti vendita spesso "forzando" al ribasso l'esistenza di prezzi imposti (tabacchi, libri, benzine, profumi, ecc.)

Il primo grande magazzino italiano è stato fondato a Milano nel 1877 da due fratelli che avevano avuto successo come venditori ambulanti di tessuti: i fratelli Luigi e Ferdinando Bocconi; il magazzino si chiamava Aux villes d'Italie, poi ribattezzato Alle città d'Italia, e si rifaceva al magazzino francese Bon Marché.

Il 27 novembre 1957 venne aperto il primo punto vendita (in Italia) di una catena di GDO. Si trovava a Milano in via Regina Giovanna, la società si chiamava Supermarkets Italiani che oggi è meglio nota come Esselunga. Questo punto di vendita, quasi 50 anni dopo l'apertura è stato ceduto al Gruppo Rewe e oggi ha l'insegna Standa.

Nel 1964 apre a Dalmine il primo Cash&Carry ad insegna Gros Market del Lombardini.

Nel 1972 apre a Carugate il primo ipermercato italiano. Oggi questo negozio, all'interno del centro commerciale Carosello, è proprietà del gruppo Carrefour.

Nel 1992 apre il primo discount Lidl in Italia.

Le parole della Grande Distribuzione[senza fonte]{{#if:||}}

  • Above the line Attività pubblicitarie effettuate sui mezzi classici (radio, tv, stampa, cinema, affissioni).
  • Acquisto d'impulso Acquisto non programmato, effettuato in funzione di uno stimolo improvviso che non tiene conto della convenienza e dell'utilità.
  • Activation research Inchiesta fra i consumatori per scoprire l'incidenza di una determinata pubblicità sull'acquisto del relativo prodotto.
  • Area commerciale Aree non coincidenti con i confini amministrativi di regioni e/o province dentro le quali il centro urbano più stimolante (non sempre quindi quello geograficamente più importante) è il centro gravitazionale su cui si dirige la clientela per i suoi acquisti.
  • Area Nielsen Sono 4 le zone in cui la Nielsen suddivide l'Italia per rilevazioni e stime di mercato (Area 1: Piemonte, Val d'Aosta, Liguria, Lombardia; Area 2: Triveneto, Emilia Romagna; Area 3: Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna; Area 4: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia;).
  • Area test Area su cui si effettuano prove di marketing per sondare l'efficacia o la vendibilità di un prodotto.
  • Assortimento L'insieme dei prodotti offerti da una impresa commerciale alla clientela. Normalmente è diviso in linee che raggruppano i prodotti in maniera omogenea.
  • Audit store Punto vendita tenuto in considerazione per studi e ricerche di mercato.
  • Average monthly sales Vendite medie mensili realizzate.
  • Average price Prezzo medio.
  • Awareness Misura della conoscenza da parte del pubblico di prodotti, marche, insegne,ecc.
  • Backlogs Ordini arretrati, non ancora evasi.
  • Back selling Attività che ha come intendimento quello di favorire le vendite del cliente.
  • Back to back Espositore da pavimento utilizzato nei supermercati con esposizione della merce sui due lati. Letteralmente dorso a dorso.
  • Baker's dozen La cosiddetta tredicesima. Chi acquista dodici confezioni di un determinato prodotto ne riceve tredici.
  • Bended pack Offerta promozionale nella quale due prodotti sono offerti in una confezione unica.
  • Banner Colonna di un tabulato (Es. per il controllo della rotazione delle merci).
  • Bar code Codice a barre per il riconoscimento univoco ed esclusivo dei prodotti.
  • Below the line Attività pubblicitarie effettuate sui mezzi non classici (sponsorizzazioni, direct marketing).
  • Best buy La migliore scelta o anche il prodotto più acquistato.
  • Brand Marca.
  • Brand image Immagine di marca.
  • Brand leader Marca che ha la più importante quota di mercato nel suo complesso o di un segmento di esso ben definito.
  • Brand loyalty Grado di fedeltà ad una determinata marca.
  • Brand manager Responsabile della gestione di una linea di prodotti commercializzati con lo stesso marchio.
  • Brand share Quota di mercato di una marca.
  • Brand switchers Consumatori che frequentemente passano da una marca all'altra per i loro acquisti in un determinato settore.
  • Break even point Punto di pareggio detto anche punto morto in quanto fino a quel punto l'azienda non ha realizzato guadagni ma solo pareggiato le spese.
  • Brick Confezione quasi sempre rettangolare particolarmente utilizzata per prodotti alimentari liquidi.
  • Briefing Comunicazione dell'insieme di informazioni e istruzioni necessarie per realizzare un'azione pubblicitaria, promozionale, ricerca di mercato, ecc.
  • Budget Stima delle spese relative ad un esercizio o parte di esso. Nel budget sono di solito indicati anche gli obiettivi da conseguire. È riferibile ad una singola azione (campagna pubblicitaria o incentivazione delle vendite), ad un settore dell'attività aziendale, o a tutta l'attività dell'azienda.
  • Buyer Compratore.
  • Buyer association Gruppi d'acquisto.
  • By-product Sottoprodotto che deriva da un processo produttivo finalizzato alla produzione di altri beni.
  • Caddy promotion È un display utilizzato prevalentemente nei supermercati. Fissato sul frontalino dei carrello ed ha lo scopo di indurre l'acquirente verso gli "acquisti d'impulso".
  • Campagna di vendita Azione mirata di vendita tesa a produrre uno sforzo più intenso e/o concentrato su un determinato prodotto, su una specifica zona, su un ben identificato segmento di clientela.
  • Canale di distribuzione Sequenza di persone ed organizzazioni che provvedono al passaggio dei beni dai produttori ai consumatori. Nella tradizione il canale di distribuzione è definito: diretto quando tra l'impresa produttrice e il consumatore finale non esistono intermediari; corto quando esiste la presenza di un solo intermediario; lungo quando gli intermediari sono molteplici.
  • Canvass Periodo nel quale si presume sia completato l'intero giro di visite ai clienti da parte del venditore.
  • Capital goods Beni utilizzati per produrre altri beni.
  • Cash and carry Grandi magazzini organizzati a self-service aperti ai dettaglianti o a persone munite di tessere (elargite a soggetti fisicamente dotati di partita iva). I beni possono essere acquistati anche in piccole quantità e la merce è trasportata dall'acquirente stesso.
  • Cash cow Prodotto con un'alta quota di mercato in un mercato statico.
  • Catering Aziende specializzate nel fornire a convivenze, ristoranti, ecc. merci alimentari già pronte per il consumo o merci semielaborate oggetto di successive trasformazioni.
  • Centrale d'acquisto Organizzazione deputata all'acquisto di grandi quantità di prodotti per conto di più acquirenti.
  • Chain Termine per lo più utilizzato nel senso di catena di distribuzione.
  • Checkout Spazio all'interno di un supermercato in cui si pagano le merci.
  • Cheap In chiave pubblicitaria identifica un prodotto di bassa immagine. Letteralmente a buon mercato.
  • Commodity Prodotto generico che non possiede elementi caratterizzanti che lo distinguano da quelli concorrenti. A causa di questa peculiarità il suo mercato è caratterizzato da una forte prevalenza del prezzo sulle altre variabili del marketing mix.
  • Confezione Involucro contenente il prodotto posto in vendita. Soprattutto nella grande distribuzione, dove l'acquisto è a self-service, essa ha assunto una crescente importanza. Infatti caratterizza il prodotto ed ha il compito di farlo spiccare sugli altri e quindi di facilitarne l'acquisto. Facilita inoltre l'effetto di ricordo e quindi favorisce la fedeltà oltre ad essere importante veicolo di immagine.
  • Consumer Consumatore o acquirente.
  • Consumer oriented Azienda la cui politica commerciale è orientata al consumatore finale.
  • Consumer price Prezzo al pubblico.
  • Convenience store Negozio ad assortimento limitato specializzato in articoli ad alta rotazione.
  • Cost pricing Determinazione di un prezzo partendo dai costi.
  • Counterpack Contenitore per l'esposizione dei prodotti su di un banco o altra superficie piana del negozio.
  • Couponing Azione promozionale effettuata per mezzo della distribuzione di buoni sconto.
  • Customer satisfaction Letteralmente sta per: soddisfazione del cliente.
  • Cut price Taglio di prezzo. Generalmente intesa come azione di promozione con riduzione temporanea del prezzo.
  • Dealer Intermediario commerciale riferibile al rivenditore o concessionario.
  • Dealer price Prezzo al rivenditore.
  • Dealer's brand Marche cosiddette commerciali in quanto i prodotti sono venduti con il nome del distributore.
  • Delphi method Sistema di indagine previsionale applicato all'evoluzione tecnologica di un prodotto nel medio o lungo termine.
  • Depliant Pieghevole, foglio illustrativo di un prodotto od anche foglio pubblicitario.
  • Direct marketing Tecnica con la quale l'azienda intende realizzare uno scopo sul consumatore finale, non necessariamente di vendita. Ad esempio un'azione di "D.M." è quella di indirizzare il cliente su un determinato punto vendita ed ottenere la risposta del cliente. Tra i mezzi più usati: gli annunci stampa con coupon (tagliando) di risposta, gli invii postali (direct mail), gli spot televisivi contenenti un annuncio, il telefono (telemarketing). La sua peculiarità è costituita dal poter verificare quantitativamente le risposte del consumatore finale (redemption) in modo certo e quindi rende possibile anche test preliminari prima di un lancio in grande stile o su vasta scala.
  • Direct selling Vendita diretta dall'azienda al consumatore finale.
  • Discount Al significato letterale di sconto si aggiunge nell'uso comune del termine l'identificazione di un negozio (con una superficie quasi sempre inferiore a 500 m²)che pratica sconti in modo continuativo. Non sempre questi negozi mantengono nel tempo la costanza dell'assortimento. I prodotti di marca sono scarsamente presenti.
  • Dispenser Espositore che consente al consumatore di prelevare direttamente il prodotto. È intesa anche come macchina che distribuisce in modo automatico, previo l'inserimento di una moneta o gettone, una determinata quantità di merce.
  • Display Contenitore che permette l'esposizione della merce nelle vetrine o all'interno dei negozi. Generalmente riporta anche un testo pubblicitario.
  • Dogs Prodotti con una bassa quota di mercato in un mercato fermo.
  • Door-to-door Vendita porta a porta ovvero direttamente al domicilio del consumatore finale. Tipo di vendita in ascesa nel settore alimentare.
  • Down market Mercato indicato per il segmento meno abbiente della popolazione.
  • Drop Calo delle vendite.
  • Drugstore Emporio (tipico dei paesi anglosassoni) con orari molto ampi, assortimenti molto eterogenei e con articoli generalmente ad alta rotazione.
  • Dumping Azione tesa a praticare un prezzo di vendita al pubblico inferiore al prezzo di costo comunemente definito sottocosto. Nel caso di aziende multinazionali prezzi all'esportazione nettamente inferiori a quelli praticati sul mercato interno. Attualmente l'accusa di "D." è rivolta alle aziende cinesi da parte delle concorrenti occidentali per la politica di prezzo aggressiva praticata soprattutto nei settori dell'elettronica e dell'abbigliamento.
  • Duty-free shop Punto vendita, solitamente collocato negli aeroporti o sulle navi, in cui i prodotti non sono gravati da imposte.
  • Easy market Mercato lento, poco dinamico e attivo.
  • Effetto alone Influenza positiva e trainante per le vendite esercitata dall'immagine di un prodotto, di una marca, di un paese su altri prodotti della stessa marca o paese.
  • End product Prodotto finale.
  • End user Consumatore finale.
  • Enterperience Approccio ludico ed esperienziale alla soddisfazione dei bisogni del consumatore.
  • Environment Area su cui opera un'impresa o azienda anche commerciale.
  • Espositore Qualunque tipo di contenitore a valenza pubblicitaria posto nel punto vendita.
  • Facing Numero di file per un determinato prodotto sul fronte lineare di uno scaffale.
  • Fair price Prezzo conveniente sia per l'acquirente che per il venditore.
  • Family branding Varietà di prodotti venduti sotto la stessa marca.
  • Features Prodotti in vendita promozionale.
  • Fedeltà alla marca Abituale preferenza data dal consumatore ad una determinata marca nel suo complesso o più frequentemente ad un determinato prodotto di quella marca.
  • Field Campo d'azione dell'attività.
  • Field work Fase di ricerca compiuta direttamente sul mercato. Con questa espressione è comunemente indicato il lavoro di raccolta dei dati e delle informazioni a mezzo di interviste.
  • Fixed price agreement Accordo con cui un'azienda fornisce un servizio o un prodotto ad un prezzo non modificabile per l'intero periodo dell'accordo.
  • Flat price Prezzo unico.
  • Floor stand Espositore di grandi dimensioni che si appoggia sul pavimento nel negozio.
  • Food Comunemente inteso come punto di vendita o reparto commercializzante generi alimentari.
  • Forecast Previsioni (di vendita, di smaltimento delle scorte, ecc.)
  • Franchising Formula distributiva nella quale il titolare di un marchio ne concede lo sfruttamento ad un negoziante al dettaglio. Di norma il contratto prevede che in cambio del pagamento di un compenso da parte del negoziante, l'azienda concede l'uso del proprio marchio, la vendita dei propri prodotti e più in generale di tutta l'assistenza in chiave di aiuto alla vendita (pubblicità, promozioni, ecc.). Di norma il dettagliante non può inserire nel proprio assortimento prodotti di altre marche.
  • Free price Omaggio, regalo.
  • Full price Prezzo non scontato.
  • Gadget Piccolo oggetto, allegato di solito in omaggio al prodotto, riportante il marchio dell'azienda.
  • Goodwill Avviamento commerciale di un'azienda. È comunemente inteso anche come, buona accoglienza, buon rapporto personale tra gli uomini di un'azienda ed i clienti. Più in particolare è anche usato per indicare la favorevole disposizione del pubblico verso la marca.
  • Grocery L'insieme dei beni di largo consumo.
  • Gruppo d'acquisto Insieme di commercianti che si consorziano per effettuare i loro acquisti dalle aziende produttrici al fine di aver un maggior peso contrattuale teso ad ottenere prezzi più bassi e condizioni più favorevoli.
  • Gummed label Etichetta adesiva.
  • Habit buying Acquisto ripetuto per abitudine di un determinato prodotto.
  • High user Forte consumatore.
  • Historical trend Tendenza rilevata sulla base di dati storici.
  • Home market Mercato interno, ovvero del paese in cui opera l'azienda.
  • House brand Marca di proprietà del distributore.
  • Indice di diffusione Misura la presenza di un determinato prodotto presso le famiglie di consumatori. Rilevato in diversi momenti in un arco di tempo, dà un'indicazione generale della fase del ciclo di vita in cui si trova quel prodotto.
  • Indice di rotazione Misura il tempo in cui il prodotto resta in giacenza. Essendo uno dei fattori più importanti per l'equilibrio finanziario dell'impresa, è costantemente tenuto in considerazione dal buyer nella composizione degli assortimenti e degli acquisti.
  • Introductory offer Offerta di lancio di un determinato prodotto. Si accompagna generalmente con un prezzo più competitivo o con delle condizioni migliori.
  • Ipermercato Grande area attrezzata per la vendita al dettaglio (con una superficie coperta non inferiore ai 2.500 metri quadrati) il cui assortimento, molto ampio, è composto di generi alimentari e non. Nella tendenza attuale si vanno sviluppando assortimenti con beni di consumo semidurevoli quali hi-fi, tv, radio, elettrodomestici, computer, telefonia, ecc. Spesso nella struttura sono compresi anche un rilevante numero di altri negozi (galleria) che offrono assortimenti differenziati per qualità o prezzo.
  • Jobber Intermediario commerciale, grossista.
  • Joint venture Associazione di due o più imprese per utilizzare in modo sinergico le risorse apportate dalle singole imprese partecipanti.
  • Jumbo-pack Confezione gigante proposta come offerta speciale.
  • Junk foods Alimenti di qualità scadente o cattiva, in alcuni casi dannosi per la salute.
  • Keen competition Situazione di elevata concorrenzialità.
  • Keen price Prezzo basso, molto conveniente.
  • Key account Funzionario aziendale cui sono affidati i rapporti con i clienti più importanti (clienti chiave). L'azione svolta è totale e quindi riguarda la vendita dei prodotti, l'inserimento di nuovi prodotti, il loro posizionamento, il coordinamento di tutte le attività di marketing sul punto vendita, ecc. in una sinergica azione con tutti i responsabili dell'unità di vendita e con il cliente rivenditore.
  • Label Etichetta.
  • Layout Disposizione appropriata delle attrezzature espositive in un determinato punto vendita. Nel linguaggio pubblicitario: disposizione appropriata degli elementi che compongono un annuncio pubblicitario.
  • Leader di mercato Azienda o marca che detiene la più alta quota di mercato.
  • Lineare Piano di scaffale, banco dove sono collocati i prodotti in vendita.
  • List price Prezzi riportati in catalogo.
  • Local brand Marca a diffusione locale quindi in una ristretta area geografica.
  • Logotipo Simbolo grafico che identifica un'azienda. Può diventarne anche il marchio.
  • Loos leader Prodotto messo in vendita a prezzi ridottissimi, anche in perdita (sottocosto), per attirare i consumatori in quel punto vendita. Sono definiti anche prezzi civetta.
  • Loyalty Fedeltà alla marca.
  • Marca Nome, simbolo, logotipo che identifica un prodotto, una linea di prodotti, un'impresa. Comunemente è inteso come elemento attinente ad una intera linea di prodotti ed è, in certi casi, l'elemento su cui ruota l'intera strategia di marketing.
  • Marchio Parte della marca che è riconoscibile ma non identificabile con una parola pronunciabile. È costituito da un disegno, un colore o un tipo di simbolo caratteristici che inducono il consumatore finale ad identificare il marchio con la marca.
  • Marketing Insieme delle risorse, dei mezzi e degli strumenti utilizzati per identificare i bisogni effettivi o latenti dei consumatori allo scopo di soddisfarli con il più elevato indice di soddisfazione del cliente consumatore e, contemporaneamente con il massimo profitto per l'azienda. Nella mediazione fra questi opposti parametri si sviluppa l'azione dell'azienda attraverso le sue politiche commerciali.
  • Marketing mix Combinazione dei fattori di marketing dell'azienda che riguardano le decisioni connesse con il prodotto, il prezzo, la pubblicità, la promozione, i canali di distribuzione e la rete di vendita. L'ottimizzazione del marketing mix deriva dal miglior uso combinato nella gestione e nella destinazione delle risorse fra i vari suddetti fattori.
  • Market oriented Azienda con una strategia rivolta prioritariamente verso le esigenze del mercato e volta quindi ad operare in funzione delle caratteristiche e dei bisogni dei consumatori e dei vincoli che devono essere superati per soddisfarli.
  • Market share Quota di mercato.
  • Mee too Prodotti che vengono introdotti sul mercato pur non presentando un'innovazione di rilievo rispetto a quanto già esiste. Sono in ganere prodotti introdotti per la necessità della marca di essere presente inun determinato segmento di mercato o linea di prodotti.
  • Merchandising Insieme di attività e di azioni aventi lo scopo di promuovere la vendita di una determinata linea di prodotti o anche di un solo prodotto una volta che lo stesso sia stato inserito nell'assortimento del punto vendita. Può essere riferita all'inserimento di una nuova referenza in un supermercato oppure dare impulso alla rotazione di una referenza già esistente ma con un basso indice di rotazione. Una tipica azione di marchandising riguarda il controllo degli spazi e del posizionamento assegnati dal rivenditore ai prodotti di una marca, ai prezzi praticati, ecc.
  • Mocappista Artista che realizza modelli di prodotti alimentari a scopo pubblicitario
  • Non food Comunemente inteso come un punto vendita o un reparto che commercializza generi non alimentari.
  • Offerta Comunemente intesa come offerta particolarmente vantaggiosa (offerta speciale) per l'acquirente relativa ad uno o più prodotti. Es: sconti, quantità maggiorate (3X2), ecc.
  • One shot Sinonimo nel direct marketing come un solo invio di un messaggio per la vendita di un prodotto.
  • Operazione a premi Azione promozionale che prevede la consegna di un premio a tutti coloro che compiono una certa operazione in genere legata ad un acquisto.
  • Out of stock Quantità di merce non sufficiente alle possibilità di vendita e di un determinato prodotto.
  • Packaging Confezione o studio della confezione per renderla attraente e stimolante si da favorirne l'acquisto. Altro compito della confezione è quello di mantenere inalterata la fragranza e/o la bontà del prodotto e di essere anche fonte di informazione per il consumatore.
  • Panel Campione caratteristico rappresentativo utilizzato nelle indagini di mercato.
  • Piggy back Promozione su un prodotto ottenuta dal cliente solo acquistando altri prodotti.
  • Pool Un certo numero di aziende che partecipa alla stessa azione ad esempio di sponsorizzazione.
  • Portfoglio Pubblicazione atta a presentare una nuova campagna o un nuovo prodotto ad un target qualificato (venditori o rivenditori, intermediari commerciali).
  • Pricing Assegnazione dei prezzi di vendita ai prodotti in catalogo.
  • Primo prezzo È il prezzo più basso esistente per un determinato prodotto nell'assortimento. È generalmente sinonimo di prodotti non di marca.
  • Prodotto premium price Prodotto che, per il suo superiore livello qualitativo o, per i valori simbolici che suscita, permette di praticare un prezzo di vendita superiore a quelli dei concorrenti.
  • Promozione vendite Insieme di attività che, utilizzando tecniche proprie, conferiscono un valore addizionale e provvisorio al prodotto e/o servizio per stimolarne l'acquisto.
  • Promoter Persone che agiscono all'interno del punto vendita e che inducono i clienti all'acquisto di un determinato prodotto anche con prove di assaggio, omaggi, offerte particolari.
  • Prova d'acquisto Talloncino o parte di etichetta della confezione comprovante l'avvenuto acquisto di un determinato prodotto. Molto utilizzato per il collezionamento su tessere e che, al raggiungimento di una certa quantità, solitamente da diritto ad un premio.
  • Pull Nel marketing identifica una strategia volta ad attirare sempre di più l'acquirente sul punto vendita. La leva principale di tale strategia è la pubblicità.
  • Punto vendita Tradizionalmente luogo in cui si effettua la vendita al dettaglio a prescindere dall'entità delle superfici utilizzate. Oggi si estende anche al cash and carry luogo in cui si effettua la vendita all'ingrosso.
  • Push Nel marketing identifica una strategia dell'azienda volta a spingere la vendita dei propri prodotti attraverso i canali distributivi. La leva principale di tale strategia è la forza vendita.
  • Quota di mercato Percentuale spettante alla singola marca per i propri prodotti in un determinato marcato. Ovviamente la quota di mercato è riferibile all'insieme dei prodotti così come ad una linea di prodotti o ad un singolo prodotto riferito al mercato di riferimento nel suo complesso, ad un segmento di mercato, ad una linea di prodotti in un determinato segmento, ecc. Fissare gli obiettivi di quota di mercato è uno dei problemi strategici delle imprese.
  • Range Scarto, oscillazione, variazione rispetto ad un parametro.
  • Ranking Graduatoria.
  • Referenza Articolo che differisce dagli altri per un qualsivoglia particolare. Normalmente è identificata da un numero di codice univoco.
  • Retail Vendita al dettaglio.
  • Rottura di stock Scorte insufficienti per far fronte alla media delle vendita ad es: giornaliere.
  • Royalty Prezzo pagato al proprietario per lo sfruttamento di un marchio, brevetto, ecc. commisurato all'entità dello sfruttamento effettuato.
  • Sales test Tecnica consistente nel lanciare un prodotto anziché su tutto il territorio solo su una parte di esso. Compito del test è quello di permettere eventuali correzioni di rotta per il lancio globale.
  • Sell - in Vendita fatta dall'azienda agli intermediari commerciali; indica la merce che entra nei punti vendita.
  • Sell - out Vendita fatta dagli intermediari commerciali al consumatore finale; indica l'uscita della merce dai punti vendita.
  • Slim e/o frontalino. Cartellino apposto frontalmente sullo scaffale espositivo che riporta le indicazioni tecniche del prodotto (prezzo di vendita, codice del fornitore, codice a barre, data dell'ultima variazione di prezzo,ecc.).
  • Sottomarca Linea o prodotto di immagine e contenuti inferiori rispetto all marca principale dell'azienda avente il compito di compiere azioni di disturbo sul prezzo o di permettere all'azienda di entrare in segmenti più bassi di mercato senza intaccare il prestigio della propria immagine di marca.
  • Space allocation Attribuzione della spazio negli scaffali ai vari prodotti.
  • Stock Quantità di merce esistente in determinato momento in una determinata azienda.
  • Superette Punto vendita al dettaglio a libero servizio di prodotti di largo consumo con una superficie compresa tra i 200 e i 400 metri quadrati.
  • Supermercato Punto di vendita al dettaglio a libero servizio di prodotti di largo consumo con una superficie compresa fra i 400 e i 2.500 metri quadrati.
  • Store loyality Fedeltà alla marca di un intermediario commerciale o distributore.
  • Target Obiettivo. Risultato di vendita quantiqualitativo (es: fatturato, penetrazione, volumi o fatturato di un determinato prodotto o linea di prodotti, ecc.) che deve essere raggiunto in una determinata zona in un determinato periodo di tempo.
  • Testata di gondola Spazio espositivo situato all'estremità di una corsia di vendita e legata ad un singolo prodotto o marca , atto a favorire per la posizione strategica l'acquisto d'impulso.
  • Trade Definizione sintetica degli intermediari commerciali di cui si avvale un'azienda.
  • Trade marketing Le attività di marketing realizzate dall'impresa con e attraverso gli intermediari commerciali.
  • Trend Tendenza.
  • Unique selling proposition Enfatizzazione di una caratteristica di un prodotto sulla quale, per la sua esclusività o importanza primaria, è basata la proposta di vendita.
  • Unbranded Senza marca.
  • Vetrofania Adesivo riportante un messaggio pubblicitario, il simbolo di una marca, ecc. che si attacca alle vetrine dei negozi.

I gruppi d'acquisto

I gruppi d'acquisto più importanti presenti in Italia sono i seguenti:

Le supercentrali

Le Supercentrali più importanti sono:

Centrali minori sono:

I gruppi Lidl, Ce.Di Gros, Eurospin, Comas al momento non fanno parte di nessuna supercentrale ed effettuano gli acquisti autonomamente.

Fonti