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Differenze tra le versioni di "Anosognosia"

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Versione attuale delle 03:40, 5 Giu 2010

L'anosognosia (o anosoagnosia) è un disturbo neuropsicologico della consapevolezza di avere un deficit neurologico o neuropsicologico. È un fenomeno molto complesso, ancora non chiaramente compreso dalla medicina e dalla psicologia.

Termine derivante dal greco e coniato da Babinski nel 1914, anosognosia significa letteralmente mancanza di conoscenza sulla malattia. Consiste nell'incapacità del paziente di riconoscere e riferire il suo stato di malattia, di cui non è consapevole, manifestando invece la ferma convinzione di possedere ancora le capacità che in realtà ha perso in seguito a lesione cerebrale.

Se messo a confronto con i suoi deficit, il paziente attua delle confabulazioni oppure delle spiegazioni assurde, incoerenti con la realtà dei fatti. La negligenza spaziale unilaterale è spesso associata ad anosognosia: il paziente riferisce che vede, esplora ed effettua movimenti corretti nello spazio controlesionale, mentre ciò non si verifica. Nei casi di cecità corticale si osserva una convinzione del paziente di vedere efficientemente, convinzione mantenuta anche quando non riesce a descrivere oggetti che gli sono presentati tramite canale visivo. Si può verificare anosognosia anche per afasia, emiplegia, e altre sindromi da lesione cerebrale.

L'anosognosia è un disturbo selettivo: in pazienti affetti da diverse sindromi, per esempio cecità corticale ed emiplegia, può verificarsi una dissociazione ad esempio tra consapevolezza per la prima ed anosognosia per la seconda, oppure un paziente emiplegico può essere anosognosico riguardo soltanto uno degli arti paralizzati. Questi fatti suggeriscono che la consapevolezza non sia un processo monolitico e sovraordinato rispetto alle varie funzioni cerebrali, ma al contrario potrebbe risultare dall'integrazione di diversi moduli con domini distinti. Il deficit di consapevolezza può manifestarsi in assenza di disturbi di memoria, del ragionamento o di degenerazione cognitiva, cioè le altre capacità critiche dei pazienti sono intatte.

L'ipotesi che un meccanismo di difesa psicodinamico entri in gioco per preservare il paziente non rende conto dell'asimmetria emisferica, per la quale il disturbo neurologico con concomitante anosognosia è associato più spesso a lesioni destre e raramente a lesioni sinistre; inoltre non spiega la selettività dell'anosognosia.

Si può verificare recupero dell'anosognosia in maniera spontanea o tramite riabilitazione (resa difficoltosa dal fatto che il paziente anosognosico è meno motivato a recuperare deficit che non riconosce), per cui i pazienti diventano consapevoli della malattia e dei relativi deficit. In altri casi invece l'anosognosia non viene recuperata, o è recuperata solo in modo superficiale.

Bibliografia

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