Differenze tra le versioni di "Unione Sportiva Alessandria 1912"
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{{#if:|{{{{{lingua2}}}}}|(IT)}} « Un'alluvione finisce anche così, con ventidue giocatori in braghette corte che entrano in campo. E undici hanno la maglia grigia. E il campo si chiama "Moccagatta". E quel che c'è intorno si chiama Alessandria. »
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« Un'alluvione finisce anche così, con ventidue giocatori in braghette corte che entrano in campo. E undici hanno la maglia grigia. E il campo si chiama "Moccagatta". E quel che c'è intorno si chiama Alessandria. »</div> | |||
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L'Unione Sportiva Alessandria 1912 è la principale società calcistica di Alessandria, capoluogo dell'omonima provincia piemontese.
Fondata nel 1912, disputò 13 stagioni in Serie A tra il 1929 e il 1960 e 20 in Serie B (l'ultima nel 1975); raggiunse inoltre una finale di Coppa Italia, nel 1936. Il periodo più fortunato per la squadra fu quello tra le due guerre, quando con Novara, Pro Vercelli e Casale diede vita al cosiddetto "quadrilatero piemontese", fucina di grandi campioni e di importanti vittorie<ref>[1] Citazione su piemontecalciodomani.it</ref>. Oltre alle vittorie di un campionato di Serie B, uno di Serie C e uno di Serie C2, conta nel suo palmares una Coppa Italia di Serie C, vinta nel 1973, e una Coppa CONI, conquistata nel 1927.
Tra i più celebri giocatori che hanno indossato la maglia grigia del sodalizio piemontese sono ricordati il Pallone d'Oro 1969 Gianni Rivera e i campioni del mondo Bertolini, Borel, Ferrari e Rava, oltre a Carlo Carcano e Adolfo Baloncieri. Con la recente promozione in Lega Pro Seconda Divisione, la squadra si appresta a uscire da un periodo molto turbolento a livello economico, con problemi interni che l'avevano portata, nel 2003, al fallimento.
Indice
- 1 Storia della società
- 1.1 Le prime squadre di calcio ad Alessandria e la nascita del Foot Ball Club
- 1.2 I primi Campionati Nazionali e il dopoguerra
- 1.3 La Coppa CONI, lo scudetto mancato e la Serie A
- 1.4 La Serie B e il secondo dopoguerra
- 1.5 Le ultime stagioni in Serie A e il declino
- 1.6 L'ultimo trentennio: la Serie C, il fallimento e la rinascita
- 2 Cronistoria
- 3 La maglia, i colori e il simbolo
- 4 Lo stadio
- 5 Tifoseria
- 6 Allenatori
- 7 Calciatori
- 8 Rosa attuale
- 9 Rose delle stagioni precedenti
- 10 Palmarès
- 11 Record
- 12 Note
- 13 Bibliografia
- 14 Voci correlate
- 15 Altri progetti
- 16 Collegamenti esterni
Storia della società
Le prime squadre di calcio ad Alessandria e la nascita del Foot Ball Club
Già sul finire del XIX secolo il calcio era arrivato ad Alessandria: vi sono notizie riguardanti un'amichevole del 1894 disputata da una squadra alessandrina contro una compagine genovese<ref name= Encicl >[2] Storia dell'U.S. Alessandria, enciclopediadelcalcio.com</ref>. Nel 1896 nacque l'Unione Pro Sport Alessandria, seguita nello stesso anno dalle squadre di football delle società ginniche Forza e Concordia, i cui atleti indossavano maglie grigio scure, e Forza e Coraggio dai colori sociali grigio perla-bianco<ref name= Rsssf>[3] U.S. Alessandria 1912 - Short Historical Overview 1896-1961, rsssf.com</ref>. L'Unione Pro Sport partecipò tra il 1897 e il 1898 ad alcuni tornei amichevoli con squadre di Torino e Genova; nel 1897 vinse a Genova il "Concorso nazionale ginnico-Sezione gioco calcio"<ref>[4] Roberto Gelato. «Scudetto ad Alessandria», da «La Stampa» - 19 settembre 2003, pg. 53.</ref>, e il 15 marzo 1898 fu invitata a far parte della costituente della Federazione Italiana Football (F.I.F.)<ref>[5] Gianluca Marchionne, 1898-2008. 110 anni dal primo campionato italiano di calcio</ref>, prese inizialmente parte alle eliminatorie del primo campionato ufficiale<ref>[6] Aldo Padovano (a cura di), 1898-1906, il primo grande Genoa</ref> e, ritenutasi danneggiata a favore di Torinese e Genoa<ref>[7] Roberto Beccantini. Un secolo allo stadio, da «La Stampa» - 8 maggio 1998, pg. 21.</ref>, preferì rientrare infine nell'orbita dei tornei organizzati dalla Federazione Italiana di Ginnastica<ref name= Rsssf />.
Fu nel 1908 che la società sportiva Forza e Coraggio prese l'importante decisione di allestire una squadra che disputasse finalmente il Campionato Nazionale. La prospettiva si concretizzò ufficialmente nel 1912, il 18 febbraio<ref>[8] L'Alessandria Calcio in vetrina, giornal.it</ref>, quando fu fondato il Foot Ball Club Alessandria: le firme dell'atto costitutivo furono quelle di Enrico Badò, Amilcare Savojardo e Alfredo Ratti, che fu nominato primo "direttore"<ref>[9] Ugo Boccassi. Riscriviamo la vecchia storia dei grigi, da «La Stampa» - 15 agosto 2003, pg. 44.</ref>. Le prime maglie, acquistate dalla Vigor di Torino, erano di seconda mano, bianche e azzurre, a tre grandi strisce verticali. La squadra venne iscritta al Campionato di Promozione del 1912-13, ottenendo subito un posto nella prima categoria del Campionato Nazionale dopo aver battuto la Vigor Torino per 3 a 0 nello spareggio giocato a Novara. Nello stesso anno, il magnate del ciclismo Giovanni Maino regalò ai giocatori undici maglie grigie come quelle della sua squadra<ref name=Magliagr>[10] "Perché le maglie grigie", da Alessandria U.S.: 60 anni</ref>, per il quale correva, tra gli altri, Costante Girardengo<ref>[11] Nazareno Fermi, brano citato da progettociclismo.com</ref>.
I primi Campionati Nazionali e il dopoguerra
Nel 1913 entrò in squadra il giocatore-allenatore inglese George Smith, proveniente dalle file del Genoa<ref name= Encicl />: egli si rivelò un grande maestro di calcio e, grazie a lui, esplosero negli anni Venti campioni come Adolfo Baloncieri e Carlo Carcano, che negli anni Trenta allenò la Juventus del "Quinquennio d'Oro" e che il 31 gennaio 1915 fu il primo giocatore grigio a vestire la maglia della Nazionale<ref>[12] Tabellino di Italia-Svizzera 3-1 del 31 gennaio 1915</ref>. Già nel 1914-15 la squadra piemontese ben figurò, mancando l'ammissione al Girone Finale per due soli punti.
Nel primo dopoguerra l'Alessandria continuò a migliorare le sue prestazioni: nel campionato 1919-20 s'impose nettamente nel girone eliminatorio per fermarsi poi di fronte al Genoa in semifinale. Nel novembre del 1920, il Foot Ball Club Alessandria si fuse con un'altra squadra cittadina, lUnione Sportiva Alessandrina, fondata nel 1915: assunse la denominazione di Unione Sportiva e mantenne la maglia grigia<ref>Marino Bartoletti, Viva la gloriosa Alessandria che ha fatto... novanta</ref>. Al termine della stagione 1920-21 il club ottenne l'ammissione alla semifinale per il Nord-Italia dopo un vittorioso spareggio giocato a Milano contro il Modena. Il 10 luglio 1921 si disputò dunque la gara che avrebbe decretato il nome della squadra destinata a giocare la finale per il Nord Italia (la vincitrice della quale avrebbe a sua volta incontrato il Pisa nella finale nazionale) contro il Bologna; l'Alessandria si arrese, a Torino, alla Pro Vercelli in una gara violenta e aspramente contestata dai giocatori grigi che, dopo un grave infortunio alla testa occorso a Carcano, scelsero di ritirarsi per protesta dopo appena un'ora di gioco, sul risultato di 0-4<ref>«Grigincampo», anno I n. 4, gennaio 2002</ref>.
Negli anni successivi l'Alessandria continuò a sfoderare ottime prestazioni, senza però mai riuscire a piazzare lo scatto decisivo per la conquista di uno scudetto: il campionato era dominato dalla Pro Vercelli e del Genoa, dal Bologna e delle torinesi.
La Coppa CONI, lo scudetto mancato e la Serie A
Casale-Alessandria 1-1 (0-0)
Alessandria: Morando, Viviano, Costa, Bruni, Gandini, Bertolini, Cattaneo, Avalle, Banchero, Ferrari, Chierico. Allenatore: Carcano.
Gol: rig. Viviano, Caligaris (C).
- Alessandria, 24 luglio 1927, ritorno
Alessandria-Casale 2-1 (2-1)
Alessandria: Curti, Viviano, Costa, Lauro, Gandini, Bertolini, Tosini, Avalle, Cattaneo, Ferrari, Chierico. Allenatore: Carcano.
Gol: Ferrari, Cattaneo, rig. Caligaris (C)
Casale-Alessandria 1-1 (0-0) Alessandria: Morando, Viviano, Costa, Bruni, Gandini, Bertolini, Cattaneo, Avalle, Banchero, Ferrari, Chierico. Allenatore: Carcano. Gol: rig. Viviano, Caligaris (C).
Alessandria-Casale 2-1 (2-1) Alessandria: Curti, Viviano, Costa, Lauro, Gandini, Bertolini, Tosini, Avalle, Cattaneo, Ferrari, Chierico. Allenatore: Carcano. Gol: Ferrari, Cattaneo, rig. Caligaris (C) |
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{{#if:|{{{{{lingua2}}}}}|(IT)}} « Con i giocatori usciti da Alessandria ed oggi sparsi ai quattro venti nelle squadre italiane, si potrebbe formare il più formidabile squadrone nostro. E sarebbe uno squadrone che avrebbe anche l'allenatore migliore, poiché Carcano è alessandrino. »
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{{#if:Adolfo Baloncieri<ref>[13] Vittorio Zumaglino. «Adolfo Baloncieri si congeda», da «Il littoriale» - 28 giugno 1932, pg. 3.</ref>| (Adolfo Baloncieri<ref>[14] Vittorio Zumaglino. «Adolfo Baloncieri si congeda», da «Il littoriale» - 28 giugno 1932, pg. 3.</ref>) }}
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« Con i giocatori usciti da Alessandria ed oggi sparsi ai quattro venti nelle squadre italiane, si potrebbe formare il più formidabile squadrone nostro. E sarebbe uno squadrone che avrebbe anche l'allenatore migliore, poiché Carcano è alessandrino. »</div> | |||
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Nel 1927, dopo un deludente campionato al termine del quale la salvezza dalla retrocessione in I Divisione era arrivata solamente dopo una serie di spareggi vinta contro Pisa, Legnano e Novara, arrivò il primo trofeo, vinto con in campo i futuri Campioni del mondo Giovanni Ferrari e Luigi Bertolini e con Carlo Carcano in panchina: la Coppa CONI, una sorta di Coppa Italia ante litteram, conquistata dopo una doppia finale contro i cugini del Casale (1-1 a Casale Monferrato e 2-1 ad Alessandria<ref>[17] Foto Alessandria-Casale, da cinghialecasale.blogspot.com</ref>). Nelle eliminatore l'Alessandria aveva sconfitto Livorno, Andrea Doria, Brescia, Alba Roma e Napoli. Nello stesso anno iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo stadio.
20px | Per approfondire, vedi {{#if: |{{#if: |le voci Derby della Provincia di Alessandria#Il caso del 1928{{#if: |, {{{2}}}{{#if: |, {{{3}}}{{#if: |, {{{4}}}{{#if: |, {{{5}}}{{#if: |, {{{6}}}{{#if: |, {{{7}}} e {{{8}}}| e {{{7}}}}}| e {{{6}}}}}| e {{{5}}}}}| e {{{4}}}}}| e {{{3}}}}}| e {{{2}}}}}|la voce Derby della Provincia di Alessandria#Il caso del 1928}}|{{#if: |le voci Derby della Provincia di Alessandria#Il caso del 1928{{#if: |, [[{{{2}}}]]{{#if: |, [[{{{3}}}]]{{#if: |, [[{{{4}}}]]{{#if: |, [[{{{5}}}]]{{#if: |, [[{{{6}}}]]{{#if: |, [[{{{7}}}]] e [[{{{8}}}]]| e [[{{{7}}}]]}}| e [[{{{6}}}]]}}| e [[{{{5}}}]]}}| e [[{{{4}}}]]}}| e [[{{{3}}}]]}}| e [[{{{2}}}]]}}|la voce Derby della Provincia di Alessandria#Il caso del 1928}}}}. |
Nel 1928 l'Alessandria sfiorò la conquista dello scudetto; superata la prima fase del campionato, nel girone finale a otto squadre i lanciatissimi grigi si ritrovarono a lottare per il titolo contro il Torino dell'ex Baloncieri. Fu però una pesante, inopinata sconfitta subita sul campo di un Casale ultimo in classifica a cancellare i sogni di gloria della squadra di Carcano, alla quale non bastò sconfiggere il Torino nello scontro diretto per riaggangiarlo in vetta; il portiere alessandrino Curti, sospettato da più parti di aver organizzato una combine con i monferrini, fu presto ceduto. Del resto, non fu ritenuto necessario dalle autorità, già pesantemente screditate dopo la bufera che aveva travolto il mondo del calcio dopo il "Caso Allemandi", aprire indagini sul derby del 1° luglio e sul suo misterioso andamento<ref name=Grigic3>«Grigincampo», anno I n. 3, dicembre 2001</ref>.
Al termine della stagione 1928-29 la squadra piemontese venne ammessa al primo campionato di Serie A (1929-30); in occasione della prima giornata fu finalmente inaugurato lo Stadio "Littorio"<ref name= Stadio>[18] La via alessandrina al... Moccagatta, da alessandriacalcio.it</ref>, successivamente intitolato, nel 1946, al sindaco di Alessandria e presidente della società Giuseppe Moccagatta. L'esordio sul nuovo campo di gioco, il 6 ottobre 1929, vide i grigi battere la Roma; l'Alessandria, terminato il girone d'andata ad un passo dal titolo di Campione d'inverno, concluse al sesto posto, miglior risultato di sempre, eguagliato nel 1931-32 (allenatore Karl Stürmer), stagione del record di punti in Serie A.
All'inizio degli anni Trenta diversi giocatori lasciarono la società, ancora legata al dilettantismo, per migrare verso grandi centri. La conseguenza fu che, se nel 1928 erano stati due i giocatori alessandrini a festeggiare con la Nazionale la vittoria della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam, ovvero il centrocampista Banchero e il terzino di riserva Viviano (oltre a Baloncieri, allora di proprietà del Torino), alla vittoria dei Campionati Mondiali del 1934 e del 1938 parteciparono solamente ex-grigi, come Ferrari e Bertolini, grazie ai quali la Juventus, che aveva ingaggiato anche Carlo Carcano come allenatore, accrebbe notevolmente le sue potenzialità. L'Alessandria non andò, per diversi anni, oltre posizioni di centro-classifica.
Nel 1936 la squadra raggiunse, dopo aver battuto Cremonese, Modena, Lazio e Milan, la finale di Coppa Italia, giocata a Genova l'11 giugno 1936 e persa per 5-1 contro il Torino. Nell'estate del 1936 fu la Lazio, che dopo aver già soffiato Piola alla Pro Vercelli era allora in procinto di allestire una squadra che potesse puntare alla vittoria dello scudetto, a offrire alla squadra grigia la considerevole cifra di 400.000 lire per i tre promettenti centrocampisti Busani, Riccardi e Milano<ref>Carlo F.Chiesa. Tempi grigi per il vecchio quadrilatero, da «Calcio 2000» - febbraio 2002, pg. 68.</ref>: i dirigenti grigi accettarono, ma la squadra non fu più all'altezza delle aspettative e crollò per la prima volta in Serie B al termine del campionato 1936-37.
- 1913-1920: Giuseppe Brezzi
- 1920-1922: Camillo Borasio
- 1922-1925: Luciano Oliva
- 1925-1927: Giovanni Ronza
- 1927-1928: Aldo Marchese
- 1928-1932: Ladislao Rocca
- 1932: Carlo Uggè
- 1932-1933: Carlo Poggio
- 1933-1934: Umberto Pugno
- 1934-1937: Otello Finzi
- 1937-1938: Luigi Riccardi
- 1938-1940: Primo Polenghi
- 1940-1943: Filippo Moccagatta
- 1943-1944: Pietro Mignone
- 1944-1946: Giuseppe Benzi
- 1946: Giuseppe Moccagatta
- 1946-1953: Mario Moccagatta
- 1953-1954: Adelio Taverna
- 1954-1955: Comitato di Reggenza
- 1955-1960: Silvio Sacco
- 1960-1964: Amedeo Ruggiero
- 1964-1965: Piero Melchionni
- 1965-1967: Gino Testa
- 1967-1968: Bruno Montini
- 1968-1973: Remo Sacco
- 1973-1974: Paolo Sacco
- 1974-1975: Paolo Giovanni Boidi
- 1975-1976: Paolo Sacco
- 1976-1977: Pier Ugo Melandri
- 1977-1980: Bruno Cavallo
- 1980-1981: Adelio Taverna
- 1981-1983: Nando Cerafogli
- 1983-1985: Gianmarco Calleri
- 1985-1986: Massimo Silei
- 1986-1987: Marco Bertoneri
- 1987-1991: Gino Amisano
- 1991-1994: Edoardo Vitale Cesa
- 1994: Franco Gatti
- 1994-2001: Gino Amisano
- 2001: Roberto Spinelli
- 2001-2003: Antonio Boiardi
- 2004-2005: Francesco Sangiovanni
- 2005-oggi: Gianni Bianchi
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La Serie B e il secondo dopoguerra
La prima stagione tra i cadetti terminò con una nuova delusione: dopo aver guidato la classifica per gran parte del torneo, la squadra grigia andò incontro a un'inspiegabile crisi di risultati nel finale, venendo così raggiunta in testa dal Modena e dal Novara. Fu proprio la squadra azzurra a completare la rimonta, espugnando Alessandria all'ultima giornata, il 5 giugno 1938; neanche gli spareggi, disputati a Milano e a Torino, risollevarono le sorti della formazione grigia, che perse entrambe le partite e vide le altre due contendenti passare direttamente in Serie A. A partire da quel momento, l'Alessandria non riuscì più a inserirsi in modo concreto nella lotta per la promozione; anche le belle aspettative nate dopo l'ottimo inizio del campionato 1941-42, con allenatore Baloncieri, furono funestate nel girone di ritorno: la squadra precipitò al decimo posto. Nel 1943 i campionati vennero sospesi a causa della guerra.
Nella stagione 1945-46 l'Alessandria, guidata dagli allenatori Renato Cattaneo e Mario Sperone, partecipò al campionato di Promozione, un torneo a cui presero parte squadre di Serie B e C dell'Italia Settentrionale, disputato in un clima molto teso a causa delle intemperanze dei tifosi: fu in quel periodo che si riaccese quel "campanilismo" che il Fascismo aveva tentato in ogni modo di sopire per riunire il popolo sotto l'unico vessillo italiano<ref>Simon Martin. Calcio e fascismo. Lo sport nazionale sotto Mussolini. Milano, Mondadori, 2004.</ref>. Alcuni incidenti, oltre che a Biella e Busto Arsizio, si verificarono anche ad Alessandria, dove il 3 febbraio 1946, al termine della gara casalinga persa per 2 a 3 contro il Piacenza, la polizia fu costretta a chiamare due autoblinde per sedare le intemperanze della tifoseria alessandrina, che si era scagliata contro il direttore di gara<ref name=Grigic3 />. L'Alessandria, comunque, vinse nettamente sia il girone eliminatorio che quello finale, riottenendo un posto in Serie A per la stagione 1946-47, quella che sancì il ritorno del massimo campionato alla formula del girone unico. La permanenza in A non portò risultati particolarmente entusiasmanti e durò appena due stagioni. Il 2 maggio 1948 il club subì quella che rimane ancora oggi la più pesante sconfitta mai patita da una squadra in una partita del campionato a girone unico, in Torino-Alessandria 10-0; l'infierire dei granata sugli ospiti nell'ultimo quarto d'ora fu dovuto a uno screzio tra Valentino Mazzola e un tifoso che lo sbeffeggiava da bordo campo<ref>[19] Intervista a Franco Ossola su comune.torino.it</ref>. Al termine di quel campionato, i grigi fecero ritorno in Serie B.
Proprio negli anni Quaranta, l'Alessandria fu protagonista di un episodio curioso quando, prima di una partita contro il Venezia, l'arbitro ordinò a una delle due squadre di cambiare divisa, poiché, a suo parere, la maglia grigia non si distingueva da quella nera degli avversari. Dopo la gara, la FIGC chiese all'arbitro di sottoporsi a una visita oculistica, dalla quale risultò daltonico: la visita divenne allora obbligatoria per tutti gli arbitri<ref name= Trivela>[20] Cassiano Ricardo Gobbet, Alessandria: Mais um na boca do fosso</ref>. Sempre in questi anni, il club lanciò il giovane talento Gino Armano, che si fece poi strada nelle file dell'Internazionale.
Sul finire degli anni Quaranta e nel corso dei primi anni anni Cinquanta si alternarono anni di serie cadetta ai primi campionati in C, successivi alla sfortunata retrocessione del 1950.
Le ultime stagioni in Serie A e il declino
Pochi mesi dopo l'avvento alla presidenza della famiglia Sacco, l'Alessandria fece ritorno in Serie A. Accadde al termine del combattuto campionato 1956-57, dopo aver concluso positivamente la rimonta sul Catania e in seguito uno spareggio giocato a Milano, vinto dopo i tempi supplementari contro il Brescia. Nel 1959 esordì in maglia grigia un altro giovanissimo campione, Gianni Rivera, che l'anno dopo fu promosso, appena sedicenne, tra i titolari. Da incorniciare uno spettacolare gol segnato al Napoli e preceduto da un rapido slalom tra i difensori partenopei: dopo la rete, il vice-allenatore e pigmalione Franco Pedroni si mise a piangere<ref>[21] Corrado Sannucci. Rivera, 60 anni e molti nemici, da repubblica.it - 18 agosto 2003</ref>. Sempre nell'annata 1959-60 l'Alessandria esordì in una competizione internazionale, affrontando il Velež Mostar in Coppa Mitropa.
Proprio quella rimane ancora oggi l'ultima stagione nella massima categoria per l'Alessandria, che retrocesse in Serie B al termine del campionato, a tre anni dallo spareggio di Milano. Ancora una volta alla caduta in B non seguì un'immediata riscossa; nonostante la vena realizzativa dei capocannonieri dei campionati 1960-61 e 1961-62 Giovanni Fanello e Renzo Cappellaro, la squadra non andò oltre posizioni di centro-classifica. Durante il periodo di permanenza tra i cadetti i grigi parteciparono a due edizioni della Coppa delle Alpi (1960 e 1962, nella quale raggiunsero le semifinali), torneo dedicato inizalmente a squadre europee delle serie minori. Nel 1967 l'Alessandria cadde in Serie C.
In occasione dell'800° anniversario dalla fondazione della città di Alessandria, nel 1968, la società invitò la squadra brasiliana del Santos a disputare una gara amichevole allo Stadio Moccagatta. L'incontro venne disputato il 12 giugno e fu vinto dai sudamericani per 2-0: tra i gol, quello di Pelé, che uscì dallo stadio indossando la maglia numero 10 dell'Alessandria, tra i tifosi in visibilio<ref name= Trivela />.
Alessandria-Avellino 4-2 (dts; 1-0, 1-2, 0-0, 2-0)
Alessandria: Pozzani, Maldera II, Di Brino, Paparelli, Colombo (Mayer), Berta, Vanzini (Dolso), Salvadori, Cini, Lorenzetti, Musa. Allenatore: Marchioro.
Gol: Maldera, Bongiorni (AV), Palazzese (AV), Cini, Lorenzetti, Lorenzetti.
Note: sospesa al 112° per invasione di campo, la gara fu omologata con il risultato di 4-2.
Alessandria-Avellino 4-2 (dts; 1-0, 1-2, 0-0, 2-0) Alessandria: Pozzani, Maldera II, Di Brino, Paparelli, Colombo (Mayer), Berta, Vanzini (Dolso), Salvadori, Cini, Lorenzetti, Musa. Allenatore: Marchioro. Gol: Maldera, Bongiorni (AV), Palazzese (AV), Cini, Lorenzetti, Lorenzetti. Note: sospesa al 112° per invasione di campo, la gara fu omologata con il risultato di 4-2. |
L'ultimo trentennio: la Serie C, il fallimento e la rinascita
La permanenza in B durò una sola stagione e, a quindici anni dall'addio alla Serie A, sfuggì definitivamente anche la categoria cadetta: nonostante un buon inizio (all'esordio i grigi espugnarono il campo di un Como destinato alla promozione), uno spareggio disputato ancora a San Siro e perso contro la Reggiana costò alla squadra il pronto ritorno in C. A partire da quel momento i grigi diventarono una presenza fissa in quella categoria per quasi trent'anni. Per la stagione 1986-87 la squadra, colpita da gravi problemi societari dopo l'abbandono della famiglia Calleri, fu sostenuta per un certo periodo del campionato di Serie C2 dall'allora presidente della Massese Bertoneri<ref>[23] Mimma Caligaris. Alessandria: la storia, da seriednews.com</ref>, che progettava di estendere i suoi interessi a più di un club (aveva tentato di imbastire trattative anche con le dirigenze di Prato e Carrarese): l'impegno di quest'ultimo non bastò al club e i grigi retrocessero per la prima volta in Interregionale, salvo poi venire ripescati successivamente, nell'estate 1987, per la rinuncia del Montebelluna.
Fu sempre in quell'anno che arrivò a capo della società l'imprenditore valenzano Gino Amisano, fondatore dell'AGV, che legò così il suo nome al club per quasi quindici anni; in questo lasso di tempo la squadra ottenne per due volte la promozione in Serie C1 (nel 1988-89 e nel 1990-91, con vittoria del campionato), superò indenne la crisi della Kappa, azienda tessile torinese che nei primi anni Novanta aveva investito nella società e, al termine della stagione 1995-96, mancò per un punto la qualificazione ai play-off per la Serie B. Nel 1998, al termine di un campionato combattuto, l'Alessandria retrocesse nuovamente in Serie C2, sopraffatta ai play-out dalla Pistoiese.
Le speranze di una risalita, maturate al termine del felice campionato 1999-00, che conobbe il suo apice nella vittoriosa finale dei play-off vinta a Reggio Emilia contro il Prato, si affievolirono l'anno dopo, a causa della rapida ridiscesa in C2. Infine, al clamoroso esito del campionato 2001-02, con i grigi che dapprima sperperarono nelle ultime giornate, a beneficio del Prato, l'abbondante vantaggio accumulato nei primi due terzi del torneo e successivamente persero la semifinale dei play-off a causa di una larga e inopinata sconfitta interna contro la meno quotata Sangiovannese, si aggiunse il triste epilogo dell'anno successivo: al termine del campionato 2002-03 la società, dopo anni di delusioni sportive e di tribolati passaggi di proprietà che coinvolsero anche il patron del Livorno ed ex-presidente del Genoa Spinelli<ref>[24] Nicola Binda. Alessandria-Livorno, uno Spinelli di troppo, da «La Gazzetta dello Sport», 1° agosto 2000</ref>, retrocesse tra i Dilettanti, prima del fallimento dichiarato per inadempienze economiche il 13 agosto 2003<ref>[25] Dichiarato fallito il glorioso club grigio, da «La Stampa», 14 agosto 2003</ref>.
Dalle ceneri nacque inizialmente, per iniziativa del Comune di Alessandria e nonostante la forte contrarietà della tifoseria alessandrina (che decise di non seguire la nuova squadra per la durata dell'intero campionato)<ref>[26] Lo ribadiamo: ci pare un'operazione poco seria, da «La Stampa», 12 agosto 2003</ref>, una nuova società, la Nuova Alessandria 1912, che ripartì dall'Eccellenza regionale. Nel 2004, con gli acquisti del titolo sportivo e, successivamente, del marchio originale, il club in maglia grigia fece il suo ritorno nel calcio italiano, risalendo con facilità nel campionato di Serie D. Il 30 marzo 2008 ha ottenuto con largo anticipo sulla fine del campionato la promozione in Lega Pro Seconda Divisione per la stagione 2008-09.
Cronistoria
Cronistoria dell'Unione Sportiva Alessandria 1912 | ||
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La maglia, i colori e il simbolo
Nei mesi successivi alla fondazione, le maglie indossate dall'Alessandria furono bianche ed azzurre, a tre grande strisce verticali. Quelle divise erano già state utilizzate più volte dalla Vigor, squadra torinese attiva già dal 1908, ed erano state acquistate a poco prezzo dalla neonata società alessandrina. In realtà, i dirigenti avevano già messo gli occhi sulle maglie di colore grigio indossate dai ciclisti della Cicli Maino (fondata nel 1896, fu la quarta industria ciclistica in Italia e la prima a non aver sede a Milano), che ricordavano quelle della società sportiva Forza e Coraggio, per iniziativa della quale era nato il club calcistico. La richiesta fu formalizzata una sera, in un'osteria della città e fu lo stesso presidente Giovanni Maino ad accettare di omaggiare l'allora FBC con una nuova dotazione di maglie grigie<ref name=Magliagr />. Il nuovo colore rimase anche dopo la fusione, avvenuta nel 1920, con l'Unione Sportiva Alessandrina, una società nata nel 1915.Dagli anni Cinquanta in poi, la maglia dell'Alessandria fu più volte ridisegnata e al grigio furono abbinati diversi colori. In particolare, ai tempi delle ultime stagioni in Serie A e per tutto il decennio successivo, venne adottata una maglia grigia con colletto, pantaloncini e calzettoni azzurri; successivamente, negli anni Settanta-Ottanta, i pantaloncini divennero neri, come quelli delle origini, mentre il colletto, per un breve periodo, venne tramutato in rosso. Per parte degli anni Ottanta, inoltre, lo stemma fu ingrandito e spostato al centro della maglia. Per tutto l'ultimo decennio del XX secolo, infine, vennero mantenute la maglia grigia e i calzoncini neri; è per questo motivo che i giocatori dell'Alessandria, con il passare del tempo, sono stati sempre più spesso soprannominati erroneamente "i grigioneri".
Dopo il fallimento della squadra, avvenuto nel 2003, nacque una società chiamata Nuova Alessandria 1912: questa indossò, nel corso del Campionato di Eccellenza 2003-04, una maglia divisa verticalmente a metà, colorata per una parte di bianco e per l'altra di grigio<ref>[27] Franco Marchiaro. Nati i «grigiobianchi», ma la tifoseria non si calma, da «La Stampa», 15 agosto 2003</ref>. Dopo la riacquisizione del marchio e dei trofei, nel 2004, ritornò l'Unione Sportiva, con la tradizionale maglia grigia. Per la stagione 2006-07, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'ultima promozione in Serie A, la società scelse d'ispirarsi allo stile utilizzato negli anni Cinquanta, dapprima adottando calzoncini e calzettoni azzurri e, successivamente, applicando alla divisa un bordo del medesimo colore. Dal 2007 si alterna una divisa a tinta unita a quella classica, grigia con calzoncini neri.
Data l'unicità della maglia grigia nel panorama calcistico, la seconda divisa è pressoché inutilizzata dalla società; nella stagione 2007-08, ad esempio, non venne neppure presentata, e i calciatori disputarono tutte le gare con maglia grigia alternando, all'occorrenza, i pantaloncini grigi o neri. Anche il completo da trasferta ebbe, quando presente, una sua evoluzione, con frequenti cambiamenti di foggia: negli anni Cinquanta constava di maglia granata e pantaloncini azzurri, negli anni Sessanta e Settanta era interamente azzurro con banda grigia verticale a sinistra, più recentemente prevalse l'utilizzo di magliette rosse e, in alcuni casi, verde chiaro (soprattutto a fine anni Novanta, quando lo sponsor era la Cassa di Risparmio di Alessandria). La seconda divisa 2008-09 consta di maglia e calzettoni scarlatti con pantaloncini grigi. L'attuale sponsor tecnico è Joma, quello di maglia Alegas.
Il simbolo della squadra è l'orso. L'idea fu del disegnatore "Carlin" Bergoglio, storico vignettista del Guerin Sportivo che, negli anni Venti creò mascotte (prevalentemente animali) per molte squadre di calcio italiane.
Lo stadio
20px | Per approfondire, vedi {{#if: |{{#if: |le voci Stadio Giuseppe Moccagatta{{#if: |, {{{2}}}{{#if: |, {{{3}}}{{#if: |, {{{4}}}{{#if: |, {{{5}}}{{#if: |, {{{6}}}{{#if: |, {{{7}}} e {{{8}}}| e {{{7}}}}}| e {{{6}}}}}| e {{{5}}}}}| e {{{4}}}}}| e {{{3}}}}}| e {{{2}}}}}|la voce Stadio Giuseppe Moccagatta}}|{{#if: |le voci Stadio Giuseppe Moccagatta{{#if: |, [[{{{2}}}]]{{#if: |, [[{{{3}}}]]{{#if: |, [[{{{4}}}]]{{#if: |, [[{{{5}}}]]{{#if: |, [[{{{6}}}]]{{#if: |, [[{{{7}}}]] e [[{{{8}}}]]| e [[{{{7}}}]]}}| e [[{{{6}}}]]}}| e [[{{{5}}}]]}}| e [[{{{4}}}]]}}| e [[{{{3}}}]]}}| e [[{{{2}}}]]}}|la voce Stadio Giuseppe Moccagatta}}}}. |
Da ottanta anni il club disputa le sue partite interne presso lo Stadio Giuseppe Moccagatta, situato in Spalto Rovereto ad Alessandria. L'idea di edificare un nuovo campo da gioco in una zona periferica della città piemontese, circolata nei primi mesi del 2006, non è stata mai riconfermata direttamente dai membri dell'ex giunta comunale<ref>[28] Nuovo stadio alle porte di Alessandria?, da radiogold.it</ref>.
Inizialmente l'Alessandria organizzò le sue gare sui campi di Piazza d'Armi Vecchia tra il 1912 e il 1915 e nella zona dell'attuale campo d'aviazione, fino al 1919. Successivamente, per un decennio, la squadra grigia si mise in luce sul campo del quartiere Orti, ribattezzato dai tifosi "il pollaio", dato che in quel luogo venivano "spennati" gli avversari. Il progetto per l'attuale campo da gioco fu presentato tra il 1927 e il 1928; prevedeva l'allestimento d'un innovativo centro sportivo di qualità, ma fu accantonato in seguito alle polemiche suscitate dall'idea di erigere a fianco degli impianti ludici un monumento ai Caduti, giudicato da molti stonato accanto a costruzioni di quel tipo. I piani furono dunque ridimensionati, ma il 6 ottobre 1929 l'Alessandria poté giocare la sua prima partita presso il moderno stadio "Littorio". L'inaugurazione ufficiale avvenne in occasione del settimo anniversario dalla marcia su Roma, il 28 di quel mese.<ref name= Stadio />
Con la caduta del regime fascista, nel 1946, lo stadio fu intitolato a Giuseppe Moccagatta, sindaco e presidente della società, scomparso improvvisamente in quell'anno. Dopo la promozione in Serie A del 1957, un'ampia opera di rimodernamento portò lo stadio a poter ospitare 25.000 persone ma, nel corso degli anni a venire, l'edificio conobbe il degrado. Per un lungo periodo ampi settori delle tribune furono dichiarati inagibili. Nel gennaio 1995, dopo l'alluvione che aveva colpito la città pochi mesi prima, la capienza fu ridotta prima a 8.182 e poi a 7.694 posti; sulla base di norme introdotte negli ultimi anni, solo 4.891 di essi sono utilizzabili. Attualmente il campo, di proprietà del Comune, ospita anche gare delle giovanili; la prima squadra svolge i propri allenamenti presso il campo sportivo "Michelin" di Spinetta Marengo.
Tifoseria
Un primo esperimento di tifoseria organizzata dell'Alessandria, il Gruppo Fedelissimi Grigi<ref>[29] Storia dei Fedelissimi 1947 su forzagrigi.it</ref>, nato su suggerimento dell'allenatore ungherese Lajos Nems Kovács, risale al 1947. Oggi la tifoseria, composta da vari gruppi (Supporters, Vecchia Guardia '74, Head Out, Birre Vuote, Gentaglia, Pochi Ma Maledetti), è convenzionalmente riunita sotto l'unico nome di "Ultras Grigi", che ebbe origine nel 1974, anno del ritorno in Serie B della squadra; occupa la curva Nord dello stadio Moccagatta. La tifoseria è articolata in tutta la provincia di Alessandria, con presenze nelle zone di Acqui Terme, Valenza, Tortona, Ovada e Novi Ligure e la squadra risulta essere seguita anche da appassionati di province limitrofe. Tifoseria apolitica, molto colorata e turbolenta, ha gemellaggi con i tifosi del Trento e del Viareggio e ottimi rapporti anche con i supporters di Genoa e Torino, malgrado la militanza in differenti categorie. C'è rispetto con le tifoserie di Pro Sesto, Como, Ravenna, Pisa e Vicenza.
Rapporti più controversi si hanno in particolare con i tifosi del Casale: le gare tra grigi e nerostellati (i derby della Provincia di Alessandria, che si giocano da oltre novant'anni), sono tra le più sentite in Piemonte<ref>[30] E' derby Alessandria-Casale, «La Gazzetta dello Sport», 7 ottobre 2007</ref>. Altri derby, meno celebrati e sentiti, sono quelli con altre squadre della provincia, ovvero Derthona, Novese, Acqui e Valenzana, e della zona del Piemonte Orientale, in particolare Novara e Pro Vercelli.
Ormai lontani gli scontri e le rivalità con Juventus e Sampdoria, si sono venuti a creare nel corso degli anni della militanza in Serie C1 e C2 pessimi rapporti con tifoserie del Nord Italia come Spezia, Savona, Pavia, Varese, Mantova, Cremonese, Piacenza, Bologna, Lucchese, Livorno, Prato, Empoli, Pistoiese, Siena, Montevarchi e Venezia.
Allenatori
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Calciatori
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Rosa attuale
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Aggiornata al 31 gennaio 2009<ref>[31]</ref> Template:Calciatore in rosa/inizio Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa/medio||25px Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa Template:Calciatore in rosa/fine
Staff tecnico
Allenatore: | Template:Bandiera Luciano Foschi |
Direttore sportivo: | Template:Bandiera Stefano Braghin |
Rose delle stagioni precedenti
Palmarès
Competizioni ufficiali
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Campionato d'Eccellenza Piemontese
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Campionati disputati
In 91 stagioni sportive a partire dall'incardinamento nel sistema della FIGC nel 1912 con un primo torneo di Promozione, l'Alessandria ha partecipato a 87 campionati nazionali. Tra il 1913 e il 1929 prese parte ad un campionato di Prima Categoria Regionale, tre di Prima Categoria Nazionale, cinque di Prima Divisione e tre di Divisione Nazionale. Si aggiungono due campionati regionali di Eccellenza, uno dei quali disputato dalla Nuova Alessandria 1912.
Dettaglio dei campionati nazionali
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---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
A |
ante 1929 | 11 | 1914-1915 | 1928-1929 | 24 | ||||
Serie A | 13 | 1929-1930 | 1959-1960 | ||||||
B |
Serie B | 20 | 1937-1938 | 1974-1975 | 21 | ||||
B Alta Italia | 1 | 1945-1946 | |||||||
C |
Serie C | 13 | 1950-1951 | 1977-1978 | 39 | ||||
Serie C1 | 12 | 1978-1979 | 2000-2001 | ||||||
Serie C2 | 14 | 1980-1981 | 2008-2009 | ||||||
D |
Serie D | 3 | 2005-2006 | 2007-2008 | 3 |
Dettaglio dei campionati regionali
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---|---|---|---|---|---|---|---|
Prima Categoria | 1 | 1913-1914 | |||||
Promozione | 1 | 1912-1913 | |||||
Eccellenza | 2 | 2003-2004 come Nuova Alessandria 1912 |
2004-2005 |
Record
Di squadra
IndividualiL'elenco tiene conto di presenze e reti registrate in tutte le gare ufficiali disputate dall'Alessandria dalla sua nascita ad oggi. Sono segnalati in grassetto calciatori attualmente in attività.
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