Differenze tra le versioni di "Cerere"
(Nuova pagina: '''Cerere''' (in lingua latina Ceres, in osco Kerri) è la divinità romana e italica del grano, identificata in seguito con la dea greca Demetra. Il suo nome deriva dalla radice indoe...) |
m (1 revisioni importate) |
(Nessuna differenza)
|
Versione attuale delle 13:05, 21 Mag 2009
Cerere (in lingua latina Ceres, in osco Kerri) è la divinità romana e italica del grano, identificata in seguito con la dea greca Demetra. Il suo nome deriva dalla radice indoeuropea *ker e significa "colei che ha in sé il principio della crescita". Si pensava che avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi e per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, tuttavia bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell'altra.
Il culto di Cerere, cui era preposto un flamen minor, era inizialmente associato a quello delle antiche divinità rustiche di Liber e Libera e presentava delle similitudini con i riti celebrati a Eleusi in onore di Demetra (alla quale venne presto assimilata), Persefone e Iacco (uno dei nomi di Dioniso).
Il culto di Cerere è attestato al santuario dei 13 altari di Lavinio grazie al ritrovamento di una lamina metallica sulla quale vi è l'iscrizione Cerere(m) auliquoquibus, interpretata come offerta alla dea di interiora dell'animale sacrificato, bollite in pentola.
Un suo santuario a Roma era ai piedi dell'Aventino, fondato nel V secolo a.C. In suo onore si celebravano le "Cerealia", ogni 12 aprile, durante le quali venivano sacrificati buoi e i maiali, ed offerti frutta e miele. Si compivano anche sacrifici per purificare la casa da un lutto familiare.
Dalla sua unione con Plutone nacque Proserpina.
Associazione con Tellus
Cerere è spesso associata alla dea Tellus sia nel culto che nel calendario in quanto Fordicidia (dedicate a Tellus) e Cerialia sono separate da un intervallo di quattro giorni (15 e 19 aprile), intervallo che di solito si riscontra nel caso di feste appartenenti ad uno stesso ciclo. Anche Publio Ovidio Nasone associa le due dee chiamandole "madri delle messi" (frugum matres)
<ref>Publio Ovidio Nasone, Fasti, I, 671</ref>.
Anche in due festività agricole c'è questa associazione tra le due dee, sia nelle Ferie sementive alla fine della semina a gennaio con l'offerta di una scrofa gravida a Tellus e spighe di spelta a Cerere, che nel sacrificio della porca praecidanea all'inizio della raccolta.