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Mulholland Drive

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Mulholland Drive (Mulholland Dr.) è un film del 2001 scritto e diretto da David Lynch.

Trama

Il film viene introdotto da una scena che mostra quattro coppie di ballerini a una gara di Jitterbug alle quali si sovrappone il viso di una ragazza, che si rivelerà essere Betty, assieme a due anziani. Successivamente vediamo un letto dalle lenzuola rosse con l'obiettivo che si avvicina progressivamente al cuscino, simulando l'addormentarsi di una persona. Nel cuore della notte una limousine percorre Mulholland Drive: al suo interno ci sono una donna dai capelli scuri e due uomini. L'auto si ferma ed uno dei due uomini punta una pistola contro la donna: in quel momento dei pirati della strada si schiantano contro la limousine. La donna subisce solamente un colpo alla testa, abbandona la scena dell'incidente e discende la collina che porta a Los Angeles. Si stende nel giardino di una casa e si mette a dormire. Il mattino successivo si sveglia e vede una donna di mezza età dai capelli rossi che sta per partire: decide allora di entrare nel suo appartamento senza farsi vedere. Molti strani avvenimenti - che inizialmente sembrano scollegati - si susseguono: un uomo racconta ad un suo amico di aver fatto un incubo in cui si trovava seduto in un fast food e vedeva l'amico in piedi di fronte alla cassa, con uno sguardo terrorizzato, dovuto alla presenza di un uomo con una faccia orribile nascosto sul retro del locale. L'uomo chiede all'amico, quindi, di accompagnarlo in quel punto per capire se quell'uomo esiste veramente: lo vede e dallo spavento perde i sensi. Intanto, con un giro di telefonate, si avvisa una persona misteriosa che "la ragazza non è stata trovata". La scena cambia e viene presentata Betty Elms, una giovane aspirante attrice, sdolcinata e affabile, appena arrivata ad Hollywood da Deep River, nell'Ontario. La ragazza, dopo aver salutato una coppia di anziani che aveva conosciuto durante il viaggio, si dirige verso l'appartamento della zia, la donna dai capelli rossi già vista in partenza. Entrando trova la donna dai capelli scuri che dice a Betty di chiamarsi "Rita" (prendendo il nome di Rita Hayworth dal poster del film Gilda appeso nel bagno). Appurato che Rita non è un'amica di sua zia, Betty chiede chiarimenti: Rita le dice di avere un'amnesia. Le due donne cercano di ricostruire la sua identità e cosa le sia accaduto: nella sua borsa trovano un gran numero di banconote ed una strana chiave blu. Un killer maldestro ruba un'"agendina nera": lo rivedremo in un'altra scena in cui chiederà ad una prostituta se ha visto una ragazza dai capelli scuri in giro. Un regista di nome Adam Kesher perde il controllo del suo ultimo film a causa di due inquietanti gangster, i fratelli Castigliane, che lo obbligano ad ingaggiare un'attrice sconosciuta di nome Camilla Rhodes come interprete principale. Adam si rifiuta e torna nella sua villa, dove trova la moglie a letto con il ragazzo della piscina; cerca di vendicarsi, poi se ne va in un hotel. In seguito scopre di essere al verde e la sua assistente lo convince ad incontrarsi con il "cowboy", persona che potrebbe sapere che cosa sta succedendo. Durante l'incontro il cowboy gli consiglia, dietro velata minaccia, di accettare l'attrice raccomandata per il suo film. Rita ricorda che la sera prima era in macchina sulla Mulholland Drive: assieme a Betty scopre che su quella via c'è stato un incidente. A Rita torna in mente il nome Diane Selwyn; le due cercano il numero di telefono nell'elenco, ma risponde una segreteria telefonica con una voce che Rita non riconosce; le due donne decidono quindi di recarsi all'indirizzo corrispondente il giorno dopo. L'indomani Betty ottiene la parte in un film dopo un brillante provino e viene accompagnata in un set in cui stanno facendo dei casting per un altro film: lì ritroviamo il regista Adam Kesher. Quando al provino si presenta Camilla Rhodes, Adam obbedisce alle direttive e manifesta l'intenzione di scritturarla. Betty abbandona in fretta il set, in quanto doveva incontrarsi con Rita. Le due donne si recano all'appartamento di Diane; davanti al caseggiato ci sono due uomini in una macchina, Rita ne ha paura, così le due entrano dal retro. Scoprono che Diane ha fatto a cambio di appartamento con una vicina. Suonano quindi nella casa giusta, ma non risponde nessuno. Betty entra dalla finestra ed apre la porta a Rita; nell'appartamento c'è una forte puzza dovuto alla presenza, nella camera da letto, del corpo di una donna in putrefazione. Rita è sconvolta, Betty la consola. Una volta tornate a casa, Rita - aiutata da Betty - cerca di cambiare il suo aspetto per non farsi riconoscere. Si mette una parrucca bionda. Quella sera le due donne scoprono di essere reciprocamente attratte; dopo un rapporto sessuale, nel mezzo della notte Rita ripete nel sonno: "Silencio, no hay banda..." (in spagnolo), svegliando Betty. Rita, quindi, chiede a Betty di accompagnarla in un teatro, nel quale le due assistono ad una performance molto suggestiva basata sulla difficoltà di distinguere la realtà dalla finzione. Al termine della rappresentazione Betty trova una misteriosa scatola blu nella sua borsa. Le due tornano a casa; Betty sembra scomparire e Rita si ritrova da sola, prende la misteriosa scatola blu e la apre con la chiave: la donna sembra risucchiata all'interno della scatola. Questo punto suggerisce come ciò che abbiamo visto, probabilmente, è stato un sogno. Lo spettatore è poi introdotto nella vita di un'attrice fallita di nome Diane Selwyn (che è il vero nome di Betty) intrappolata in una vita infelice. La donna viene svegliata dalla vicina, con la quale aveva fatto il cambio di appartamento, e nota in soggiorno una chiave blu. In un flashback vediamo Betty che si incontra con la sua ragazza Camilla Rhodes (il vero nome di Rita) su Mulholland Drive, nello stesso punto dove era accaduto l'incidente nel sogno. Le due si dirigono ad una festa che si tiene nella villa del giovane regista di successo Adam Kesher. Scopriamo che Diane è un'aspirante attrice venuta dall'Ontario che, alla morte della zia, si era trasferita a Hollywood per coronare il suo sogno. Non avendo successo, ottiene solo piccole parti nei film di Camilla. Durante la cena Adam Kesher e Camilla annunciano il loro matrimonio; Diane assiste inoltre ad un bacio tra Camilla e un'altra ragazza, quella che prima, durante il provino truccato, interpretava Camilla Rhodes. Umiliata, piena di rabbia e disperata, Diane decide di assoldare un killer per uccidere Camilla: questi le dice che quando tutto sarà finito, troverà una chiave blu. Nella stessa scena si vede l'uomo dell'incubo che, davanti alla cassa, guarda spaventato Diane. Diane è divorata dai sensi colpa, dalla solitudine e dal fallimento in preda ad allucinazioni decide di suicidarsi sparandosi un colpo di pistola in bocca.

Lo sviluppo del progetto

Mulholland Drive è stato concepito inizialmente come un episodio pilota di una serie televisiva commissionato dall'emittente ABC con l'intento di ripetere il successo ottenuto da Lynch con I segreti di Twin Peaks. Il progetto venne accantonato perché la ABC non era soddisfatta delle scene girate, preoccupata per il finale aperto e la trama complicata: l'episodio non venne mai trasmesso. StudioCanal, dopo aver prodotto Una storia vera, acquistò i diritti di Mulholland Drive e ne riavviò il progetto. Lynch riscrisse ed ampliò la sceneggiatura facendone un film.

Accoglienza

Presentato in concorso alla 54ª edizione del Festival di Cannes, ha vinto il premio per la miglior regia (ex aequo con Joel Coen per L'uomo che non c'era).

Ha vinto il premio come miglior film dal New York Film Critics Circle, ed inoltre ha ricevuto 4 stelle nella recensione del critico Roger Ebert, conosciuto per essere uno dei più grandi detrattori del regista. Lynch ha anche ricevuto la sua terza nomination al Premio Oscar come miglior regista.

Nonostante i riconoscimenti, il film ha riscosso poco successo commerciale, guadagnando appena 7 milioni di dollari ai box office americani, più altri 13 milioni nel resto del mondo.[senza fonte]{{#if:||}}

A dispetto degli incassi, il film ha raggiunto lo status di cult sin dall'uscita, con molte interpretazioni sulla storia e sul suo simbolismo pubblicate in giro per la rete. Lynch, come per tutte le sue opere, non ha dato nessuna spiegazione a proposito del "vero significato" del film. Il DVD americano e quello inglese includono 10 indizi scritti dal regista nel libretto allegato, probabilmente inseriti per ironizzare sull'alone di mistero che avvolge la trama e sull'ansia dei critici nel volerlo dipanare.

Nel 2010, la Los Angeles Film Critics Association ha stilato una lista dei migliori film del decennio 2000-2009 nella quale Mulholland Drive ha ottenuto il primo posto<ref>Films of the decade</ref>.

Location

La suggestiva sequenza all'interno del Club Silencio è stata ambientata al Tower Theater di Los Angeles, mentre per gli esterni è stato scelto il Palace Newsreel Theatre anch'esso a Los Angeles. Le sequenze nella tavola calda Winkies sono state girate al Caesar's Restaurant a Gardena in California.

Interpretazioni e allusioni

Lynch ha mantenuto il suo rifiuto di commentare il significato del film o di raccontarne i dettagli della trama. Il carattere onirico della narrazione e il legame del modus operandi di Lynch con l'inconscio (Lynch è un grande praticante della meditazione trascendentale come liberazione della potenzialità creativa degli individui) suggeriscono un approccio emotivo che va oltre la razionalità.

La grande suggestione delle immagini di Mulholland Drive, il sonoro e le musiche che svolgono un importante ruolo nella narrazione, costituiscono un'esperienza a livello profondo, sicuramente non paragonabile alla mera ricerca di un dipanamento della trama o di una ricostruzione temporale degli avvenimenti.

Volendo comunque fornire un'interpretazione del film, la più comune è basata sulla visione freudiana della personalità. Secondo la psicologia freudiana la personalità è strutturata in tre parti: l'Es, l'Io e il Super Io. L'Io coincide con la percezione cosciente di sé stessi e del mondo, seppur filtrata da una serie di difese inconsce adoperate dal Super Io. Il Super Io rappresenta il censore che fa da filtro tra l'Es, l'inconscio, e l'Io cosciente. Il compito del Super Io è di opporsi al tentativo degli elementi inconsci di divenire coscienti, poiché ciò risulta sconveniente all'Io cosciente. Un caso particolare, però, in cui l'azione del Super Io è ridotta è il sogno: in questo caso, infatti, avviene una sorta di tregua nell'attività di censura (che tuttavia non viene eliminata del tutto) e gli elementi rimossi possono tornare alla memoria; tuttavia tali ricordi vengono mascherati al fine di ridurne il più possibile il potenziale negativo.

In quest'ottica, la prima parte del film è un sogno della reale Diane Selwyn, che nel sogno vede sé stessa come l'innocente e speranzosa Betty Elms (lo spostamento di identità è una tecnica del Super Io per nascondere l'inconscio all'Io), allo scopo di cancellare il suo passato e sostituirlo con la realizzazione delle sue speranze ormai infrante nella realtà.

La seconda parte del film, invece, inizia col risveglio di Diane nella sua attuale vita ad opera del Cowboy, quando tutti i desideri e le speranze della ragazza all'arrivo ad Hollywood sono stati infranti. Da questo momento Lynch mostra con flashback e scene allucinatorie quale sia il passato di Diane prima dell'inizio del sogno. Dato che il sogno di Diane non può sostituire il suo passato, i sensi di colpa per aver fatto assassinare Camilla la portano al suicidio.

I 10 indizi di David Lynch

Il DVD americano e quello inglese contengono, nel libretto allegato, 10 indizi del regista per la comprensione del film:

  • Prestate particolare attenzione all'inizio del film: almeno due indizi sono rivelati prima dei titoli di testa.
  • Fate attenzione alle apparizioni della lampada rossa.
  • Riuscite a sentire il titolo del film per cui Adam Kesher sta cercando l'attrice principale? È menzionato di nuovo?
  • Un incidente è un avvenimento terribile... notate il luogo dell'incidente.
  • Chi dà una chiave? E perché?
  • Notate il vestito, il posacenere e la tazza.
  • Cosa si sente e accade al club Silencio?
  • Solo il talento ha aiutato Camilla?
  • Notate le circostanze in cui si vede l'uomo dietro il Winkies.
  • Dov'è la zia Ruth?

Citazioni e riferimenti

  • Durante il film è visibile nel corridoio della casa della Zia Ruth il ritratto di Beatrice Cenci attribuito a Guido Reni. In particolare il dipinto va a interporsi tra le due protagoniste durante la conversazione a proposito della telefonata anonima alla polizia. Data la storia di abusi sessuali con implicazioni incestuose e parricidio di Beatrice Cenci, questo dettaglio ha fatto nascere la supposizione che Betty\Diane sia stata vittima di abusi sessuali con ingravidazione e successivo aborto. In seguito a questi traumi Betty\Diane avrebbe sviluppato una psicosi il cui prodotto è Rita\Camilla, reincarnazione del figlio abortito.<ref>The painting</ref><ref>The abortion theory</ref>
  • Alcuni aspetti della trama ricordano il famoso caso irrisolto dell'omicidio della Dalia Nera. Elizabeth Short era era una giovane aspirante attrice e dai conoscenti veniva chiamata Betty, come la protagonista del film.

Curiosità

  • La strada Mulholland Drive è apparsa anche nel film Strade perdute di David Lynch come la strada che Mr Eddy percorre per un giro con Pete Dayton.
  • L'attrice che interpreta l'attrice bionda Camilla Rhodes nel sogno (Melissa George) e l'attrice che effettua l'audizione come cantante, Carol (Lisa Lackey) hanno entrambe recitato nella soap opera australiana Home and Away. Anche Naomi Watts è apparsa nella soap opera.
  • La cantante sudamericana Rebekah Del Rio interpreta se stessa al club Silencio, cantando in playback una versione a cappella di "Llorando", la canzone di Roy Orbison "Crying" tradotta in spagnolo (così come Dean Stockwell canta "In Dreams" di Orbison nel precedente film di Lynch Velluto blu, tranne che Del Rio ha registrato con la sua voce la canzone).
  • I DVD e Blu-ray del film sono stati realizzati senza la suddivisione in capitoli su espressa volontà del regista per incoraggiarne la visione per intero.
  • Il regista ha dedicato il film a Jennifer Syme, sua assistente alla regia e attrice in Strade perdute, morta in un incidente stradale il 2 aprile 2001.


Collegamenti esterni

Recensioni

David Lynch sembra possedere la capacità di prendere le distanze dalla reazione del pubblico verso cui la maggior parte degli artisti professano una devozione soltanto a parole: lui fa praticamente quello che gli pare, e sembra che non gli importi un emerito cazzo di piacere alla gente, o anche solo di essere capito. E' capace di di una lealtà tenace e appassionata, e la riserva quasi interamente a se stesso. David Foster Wallace David Lynch keeps his head

Silence can be a beautiful thing But only when it can be broken with a kind word with a soft word with a word Laurie Anderson Broken

Benvenuti negli anni 2000. Ad aprirci le loro porte è lo stesso Lynch che aveva spalancato gli anni 90 con WILD AT HEART, paradigma imprescindibile per seguire correttamente l'evoluzione filmica del passato decennio. Dopo un capolavoro come LOST HIGHWAY, dopo una prova di maturità, delicatezza e spessore come THE STRAIGHT STORY, dopo questo MULHOLLAND DRIVE, si può dire con serenità che il regista americano ha pochi rivali. Uno stile inarrivabile, di rara originalità, un senso della messinscena come nessuno, un uso della macchina da presa di suprema espressività che esalta il cinema nelle sue peculiari caratteristiche (finalmente qualcuno...). Lynch, rilanciatosi a corpo morto nel mistero, piega il pilot di una serie televisiva a capolavoro di necessità. Reticolo di spunti, indizi, filoni accennati, pronti a evolversi e a proliferare ma anche ad avvilupparsi inestricabilmente, MULHOLLAND DRIVE, coi suoi semplici archetipi (una bionda, una bruna, un incidente d'auto, una borsetta piena di soldi, un'amnesia) diventa dramma di avvincente sospensione, gabbia di fascino che lascia storditi e estaticamente attoniti. Chi sia Rita importa al regista più o meno quanto gli interessava conoscere l'assassino di Laura Palmer: poco o nulla; nella serie televisiva abortita, quando fosse sorta la necessità, l'avrebbe spiegato (se proprio doveva...): fondamentale è percorrere una strada (diciamo vicino a Hollywood), non importa la destinazione (la fine sarebbe comunque uguale: silencio). La deriva di una sinossi: personaggi che raccontano e rivivono strani sogni premonitori, una riunione che culmina nell'incubo del cineasta ("questo non è più il tuo film"), un killer maldestro (siparietto di consueta, lynchiana brillantezza), identità che si sovrappongono (this is the girl?), sesso oscuro (lesbico: ma non doveva andare in tv?). Spunta persino una scatoletta blu che sembra conservare la soluzione dei misteri e che non può non ricordarci quella che il cliente orientale mostra alla prostituta Deneuve in BELLE DE JOUR (e come Bunuel, che non ne aveva la minima idea, anche Lynch alla domanda "cosa contiene quella scatoletta?" potrebbe rispondere "quello che vuoi"). Senza il fulgore visivo di LOST HIGHWAY (ma non dimentichiamoci la sua destinazione) M.D. è comunque un mosaico di tessere apparentemente contraddittorie di disarmante perfezione in cui il regista, esulando dall'urgenza della spiegazione ad ogni costo (la madre tignosa di tutti i flagelli), è compreso nelle sue attività preferite: cesellare atmosfere, disseminare segni e dubbi, metterne in crisi qualsiasi tentativo decifrativo, lanciare sguardi obliqui e inquietanti, delineare complicati labirinti nei quali dolce è il perdersi, siano essi figure in ombra su un letto, tendaggi che delimitano la soffocante stanza dell'inconscio o movimenti di ballerini in uno strepitoso inizio anni 50. Disprezzo (Mépris...) per lo spettatore? No, massimo rispetto per il proprio essere Artista, innanzi tutto, in base all'assunto per il quale le immagini non devono necessariamente sevire a costruire un significato altro da sé ma devono essere significative di per sé. Solo le menti più lucide del cinema moderno si ricordano che con la celluloide ci si esprime in tal guisa, i pochi che lo f(s)anno (li contiamo sulle dita di una sola mano) sono gli unici che rendono l'esperienza cinematografica degna di essere vissuta, gli unici che mi spingono ancora a varcare la soglia di una sala cinematografica. Lynch è uno di questi. In realtà M.D. è quasi lineare, per buoni tre quarti avvince, diverte, intriga. Nell'ultimo quarto il costrutto si annulla, la trama deraglia e esplode, si frammenta, si sminuzza finemente, diviene polvere di puro delirio visivo: impasse razionale, interrogativi a mille all'ora, stream of consciounsness nel quale ci gettiamo a pesce. L'ultima scena è tempesta sensoriale che fa accapponare la pelle, in cui il terrore del personaggio diviene dello spettatore. Ma siamo già nell'irraccontabile, ciascuno guardi coi propri occhi. David Lynch: l'ultimo surrealista. Se cinque anni fa la strada era perduta ora si la ritrova all'improvviso: Mulholland Drive... Un attimo... E' persa di nuovo... Un urlo... Silenzio...

I'm deranged... again. http://www.mulholland-drive.com/ Luca Pacilio

http://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=1427#hw-item-537