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Aureliana

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Descrizione[dalla scheda]

Giovane l`età della femminea figura. Ventidue le primavere che hanno levigato la pelle di quella donna dal corpo statuario, avvolta in un tiepido colorito dorato e severo. Corpo snello e alto che raggiunge l’altezza di 1,80 centimetri, plasmato dalla muscolatura affusolata e tonica di chi nella vita ha sempre combattuto e conosciuto fatica. Toniche gambe a sorregger l’intera figura, vita stretta e fianchi dolcemente pronunciati, notevole circonferenza toracica alta e ferma, perfezione di membra, peso che raggiunge i 65 kg. Elegante e sinuosa, i suoi passi con come danza. Fiera e femminile, così come il suo carattere le impone. Dolci le forme nel suo corpo, morbide labbra scure spesso macchiate di sensualità e malizia. Crine dal corvino e lucente colore, macchiato di riflessi ramati al bagliore del sole. Lunghi e mossi ricadono morbidi, carezzandone la schiena e i glutei. Gli occhi, gli occhi solamente sembrano rimasti immutati. Sguardo bruciante come il fuoco, pungente come il gelo, sguardo che modula come perso fra gli accordi, anche in rapida successione, a seconda di ciò che prova per coloro che ha davanti. Baciata da sensual bicromia, penetranti spiccano vivi tra i lineamenti. La pupilla contornata di zaffiro mentre l’iride appare ,ad occhi meno attenti, di un azzurro oltremare. Impressionante anomalia che dalla nascita caratterizza il volto lievemente allungato della giovane, contribuendo a darle un`immagine ancor giovanile e sbarazzina. D’altronde gli occhi son specchio dell`anima. Sul ventre simboli sacri riconducibili al culto di Tigernonos, Dio dell’Oltretomba e Divinità Protettrice della Cornovia.

Background[dalla scheda]

Le maree del peccato si fanno sempre più vicine e lucenti, le Ore appesantite, sempre più grevi. E le Ombre sorridono scure e selvagge. E` quando Speranza e Desiderio crollano, l`arco dei sogni discende nella Disperazione. Quando gli amanti innocenti danzano come angeli di Fuoco. E quando la Notte cade, come un martello sull`incudine e la sola ben accetta Assoluzione e` la Brutalità ereditata. Una singola Nota risuona ancora e ancora e ancora. La sua pelle era bianca come la Neve, così bianca che l`impulso di sporcarla è Irrefrenabile. Ma in lei v`era un male incurabile. Male in polvere. Senza lacrime, senza regole.

Ah, mio caro! La storia è appena iniziata per me ma, ahimè, per te è giunta alla fine. Peccato che voi stolti non sappiate capire dove inizi e dove finisca l`incanto. E` gioco o follia? Un meccanismo quello del mondo che desta interesse, complicato magico e affascinante. La curiosità mi spinge a scoprirlo. Un bel gioco per bambini, perché sono gli unici ignavi di quello che accade, e così deve essere. Far muovere l`ingranaggio, far battere il tempo all`eterno orologio, contare i minuti che destano nella mia testa poesie di fate e druidi, folletti e driadi. Il vento dell`ovest che canta agli arcobaleni che solcano le cristalline arie del cielo.

Tutto questo è un gioco complesso, creato per noi da qualcuno più grande forse o nostra illusione. Ma dimmi tu straniero, sai forse di qualcosa di più forte del fremito di un drago che soffia? Dell`eroe che salva la sua dama dalle trame oscure di un malefico invidioso della sua bellezza? Non credo, perché sotto ogni foglia che guarderai ci sono due occhi che scrutano, rossi e vivaci, e la rugiada che cade sui fili d`erba in aprile è solo musica di arpe suonata da satiri pulciosi e saltellanti, che si incantano davanti al loro riflesso distorto in una pozzanghera d`acqua piovana. Ed è qui che comincia la storia.

Chiudere gli occhi e tornare indietro, lasciare la mente vagare ma non senza meta, questa volta. Verso il passato, quanto più indietro riesco ad andare. E` una serata tranquilla questa da concedermi di divagare e intrattenermi maggiormente nel raccontare. Un utile supporto per tenere le file dei ricordi, questo. Molti ricordi e di alcuni sto perdendo traccia, purtroppo se pur basti poco per rievocarli. E tuttavia quali sono i primi? Ripercorro dunque il sentiero dei ricordi, cercando me stessa. Cosa sono? Un’ombra, semplicemente. Chi sono? Non so,mai saputo invero. Ascolto il sussurro del vento, che ho sempre seguito.

Riporto a galla le gioie e i dolori che cerco di sigillare inutilmente nel profondo della mia anima e quando riesco a scuotermi dalla sua magia mi ritrovo abbandonata a ciò che sono e ancora non riesco a definire. La mia storia comincia a Viroconium, in una Tribù baciata dal Sole, regno di foreste e spiagge, patria di indomiti uomini ed abili marinai, temuti avvolte dagli stranieri, orgogliosi come gli Dei padri ed altrettanto fieri e scostanti con chi era alle nostre terre estraneo. I miei primi ricordi? Le corse nei prati, tra gli ultimi cumuli di neve primaverile che si scioglie, verso casa, una capanna bianca al limitare della foresta.

Verso mia madre, che mi accoglie tra le sue braccia mentre ancora corro e mi solleva, facendomi girare in tondo. Verso il suo sorriso dolce e i suoi capelli neri, tanto da sembrare quasi carbone, come li hanno tutti i membri della sua stirpe. “Il mio dono divino…”sorride, abbracciandomi. Poi, tutto cominciò a cadere. Avevo solo un anno quando accadde. Ricordo solo qualche metro di corda che mi teneva legata, incapace di fuggire nel momento in cui venivo strappata alla mia casa. Tolta dalle braccia di mio zio Ramza e rapita, condotta nella capitale del loro immenso regno, Roma.

Fui educata come una cives, studiando nozioni inerenti alla filosofia, alla matematica, alla lingua latina e greca. Prestai servizio come Sagitter nella XI Legione di Cornelio Claudio. Ma poi, un giorno presi coscienza del mio passato e scappai via, verso Albion. Quando quel viaggio ebbe termine, mi ritrovai in quella che un tempo era la mia casa. Con molta discrezione passai quasi sei lune ad osservare i modi ed il linguaggio degli abitanti locali, finché non feci mia quella lingua dapprima incomprensibile. L’ Icenia ebbe la bontà di darmi delle vesti ed un giaciglio ove riposare, ritrovando poi mia sorella Zhara e lo zio Ramza.

Eppur di me mancava un tassello. Con una piccola imbarcazione mi spinsi verso il Castra della IX Legione, desiderosa di conoscere meglio le radici della mia esistenza. Da li, una serie di eventi cambiarono la mia vita in modo radicale. Lasciai l’ Icenia, vidi il matrimonio con Mizar Valdes, al tempo Sagitter, disgregarsi a poco a poco, la Pittia mi accolse per pochi soli ed infine, tornai alle mie origini : La Cornovia, allora guidata da Mexes McEldar. In veste di popolana il Sole di Viroconium, Shea Mk Lauurih, mi adottò come figlia nel suo Clan.

Il 4 ottobre diventai Guerriera di Cornovia. Il 6 Febbraio, con l’aiuto di due Guerrieri, sfidai Mexes per il trono di Viroconium e diventai il XI Righ di Cornovia. Con fatica e dedizione risollevai le sorti della tribù grazie al prezioso aiuto di Vercingetorice Randagulf. Il 7 Luglio diventai sua sposa. Il 17 Novembre diventai la madre di nostra figlia, Briseadh Mk Lauurih. Da allora sono legata al Popolo dei Salmoni. ssa decidere per me.


Note[dalla scheda]

Sono una stella del firmamento che osserva il mondo, disprezza il mondo. Sono il mare urlante che accumula nuovi peccati e agli antichi rende mercede. Dal vostro mondo esiliata, di superbia educata, di superbia frodata. Sono la regina senza corona.