Artemide
Indice
Descrizione [dalla scheda]
Lunghi capelli ricci e corvini, spesso raccolti in acconciature eleganti, occhi profondi e labbra carnose. Veste abitualmente toghe dai rifinimenti dorati e scialli variopinti. Non troppo alta ma slanciata, ha un carattere affabile e pacato ma ama farsi rispettare. Le piace rivaleggiare con gli uomini sottoponendoli ad enigmi ed indovinelli. Giovane dall`alta cultura, preferisce passare il suo tempo studiando piuttosto che ad allenarsi con l`arme.
Background [dalla scheda]
Originaria di una famiglia di patrizi di alto rilievo nella città di Roma, Artemide nacque la notte della festività del tempio dedicato alla Dea di cui porta il nome. Il padre partecipava attivamente alla vita del Foro mentre la madre risultava essere una donna di scarsi e frivoli interessi. L`unico con cui la giovane Artemide poteva dialogare tranquillamente era il fratello Caius, maggiore di due anni. Cresciuta al suo fianco, la ragazza fu in grado di acquisire le conoscenze che venivano impartite soltanto ai Puer indirizzati alla carriera politica, e questo segnò molto il suo intero rapporto con le persone dell`altro e dello stesso sesso. Non aveva amiche poichè emarginata per le sue stravaganze, e le era proibita la frequentazione di giovani all`infuori della sua famiglia, poichè da sempre promessa ad un giovanotto di famiglia ricca che lei nemmeno conosceva. Nonostante tutte le ragazze della sua età fossero liete di essere predestinate ad una vita agiata, lei tentò di ribellarsi alla sua famiglia. Odiava la madre e col padre non osava e spesso non le era concesso parlare. Presto pure il fratello le si allontanò, per gli oneri a cui era stato indirizzato fin dall`infanzia e a causa della sua necessità di mostrarsi accomodante nei confronti del pater. Difendere la sorella sarebbe stato come tradire i suoi stessi genitori, perciò, a malincuore, le si oppose pure lui. Disperata, Artemide provò piu` volte a fuggire, ma veniva sempre riportata nella villa in cui viveva. Decise allora di consacrare la sua vita al culto degli Déi, diventare vestale ed evitare così le nozze costrette a cui era promessa. Nonostante gli incitamenti della madre al ripensarci e il dissenso del padre, ella ottenne ciò che voleva senza però non essere disconosciuta dalla sua famiglia. Ma la vita che si era scelta per sfuggire ai doveri famiglari le calzava stretta e, una volta iniziata come aspirante, progettò di fuggire per l`ennesima volta. Questa volta però, ci riuscì al primo colpo grazie all`aiuto prestatole segretamente dal fratello il quale la accompagnò fino nella provincia della Gallia ove aveva delle vecchie conoscenze che avrebbero potuto aiutare la sorella a sopravvivere senza troppi problemi. Diversi erano i motivi che avevano spinto Caius all`aiutarli, molti dei quali sono ancor segnati nell`animo della giovane che non ama farne parola con terzi. A renderli indelebili, una cicatrice a lato del busto, causatale dal fratello stesso la notte dalla fuga al tempio, ed un tatuaggio, un lampo marchiato sul polso, a testimoniare il suo tradimento verso il culto a cui era stata iniziata. Una volta condotta fino in Gallia, il fratello la salutò, promettendole di tornare presto a riprenderla una volta che le acque si sarebbero calmate. Ma Artemide sa bene che l`amato fratello, verso il quale la giovane aveva sviluppato un affetto che andava ben oltre il semplice legame famigliare, non tornerà mai piu`.
La Sua Dea
"Plutone, dio degli inferi, stanco delle tenebre del suo regno, decise un giorno di affiorare alla luce e vedere un po` di questo mondo....Dopo un lungo e faticoso cammino emerse infine su una pianura bellissima, posta a mezza costa del monte Enna. Era Pergusa, dal lago ceruleo, alimentato da ruscelli armoniosi e illegiadriti da fiori di tante varietà che mischiando i profumi creavano soavi odori e così intensi da inebriare....Ad un tratto, volgendo lo sguardo, scorse in un prato un gruppo di fanciulle che coglievano fiori con movenze leggere, fiori tra i fiori, fra cui, tra tutte, spiccava Proserpina, figlia della dea Cerere.
Il dio degli inferi si sentì bruciare di desiderio ed amore, e si precipitò verso di lei, che, scortolo, così nero e gigantesco, con quegli occhi di fuoco e le mani protese ad artigliarla, fu colta dal terrore e fuggì leggera assieme alle compagne....Il dio dell`Ade, in due falcate le fu addosso e l`abbracciò voracemente e via col dolce peso; la pose sul cocchio, invano ostacolato da una giovinetta, Ciane, compagna di Proserpina, che tentò di fermare i cavalli, e chè il dio infuriato trasformò in fonte.
Cerere, disperata per la scomparsa della figlia, la cercò per ogni dove, e, dopo nove giorni e nove notti insonni di dolore, decise di rivolgersi a Giove per impetrarlo di farle riavere la figlia; ma Giove nicchiava (come poteva tradire suo fratello?).
L`unica traccia che lei poté trovare, della povera figlia, fu una cintura galleggiare lungo un piccolo corso d`acqua, formato dal pianto di una delle compagne di Proserpina che, disperata, aveva versato in quel punto tutte le sue lacrime. Furente e disperata Cerere maledì la terra. Le sue lacrime caddero come flagello sul suolo, rendendolo arido, così che da allora non produsse più frutti per il nutrimento degli uomini e degli animali. Giove stesso cercò di dissuadere Cerere, ma lei non voleva più rimettere piede sull’Olimpo, e decise di continuare a vagare senza pace per la terra, seminando danni e rovina.
Giove, vedendo gli uomini e gli animali morire decise di porre fine alle sofferenze di Cerere, cercando di scendere a patti col fratello.
Egli inviòMercurio nell’Ade, con il compito di riprendere Proserpina e riportarla fra le braccia della madre. Tutto questo poteva riuscire se solo la giovane non avesse toccato nessun tipo di cibo. Purtroppo Proserpina, quel giorno, aveva assaggiato sei chicchi di melagrana, cosa che la condannava a restare in potere del suo sotterraneo sposo per sei mesi ogni anno della sua vita.
Cerere accolse festosamente la figlia e la sua gioia la trasmise subito alla terra rendendola fertile e feconda. Però, durante gli altri sei mesi nei quali Proserpina ritornava nel regno dei morti, la terra portava il lutto, insieme a Cerere, diventando arida e fredda, indicando così la buona e la cattiva stagione nel mondo."
Promessa a Mizar, l`unico che abbia mai saputo rendere Artemide felice
Note [dalla scheda]
Orgogliosa ° Superba ° Istigatrice ° Ironica ° Furba ° Acuta ° Leale ° Diffidente ° Onesta ° Ribelle - Porta sul polso,sempre celato, un fulmine tatuato, emblema del suo tradimento al culto di Diana ed una cicatrice al lato del busto per non dimenticare.
Particolarità
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17-10-2006 : Iscrizione a Celtic
13-11-2006 : Nomina a Medicus