Architettura Europea
L'Architettura moderna in Europa
L'architettura moderna è nata negli anni '50 del XIX secolo, fra l'incomprensione dei pubblici poteri, a clamori passatistici, all'indifferenza ignorante del pubblico.
Due realizzazioni segnano il suo avvento: la "Biblioteca Sainte Geneviève (1843-1850) di Henri Labrouste (1801-1875) e il Crystal Palace" , edificio prefabbricato, montato in sei mesi per l' Esposizione universale dell'industria , a Londra, nel 1851, ideato da Joseph Paxton (1801-1865).
1 - L'architettura moderna è caratterizzata dall'utilizzazione di nuovi materiali (ghisa, acciaio, calcestruzzo), di nuove tecniche, ma anche da un cambiamento sociologico: essa si riannoda alle tradizioni umanistiche del Rinascimento, nella misura in cui richiede la collaborazione dell'artista, dell'ingegnere e anche del moralista o dell'uomo politico.
2 - L'evoluzione economica del XIX secolo ha imposto l' invenzione di soluzioni ai problemi completamente nuovi posti dalla costruzione di fabbriche, di empori, di grandi magazzini e dall'estensione delle città.
Tuttavia, fino al XX secolo, le costruzioni pubbliche di qualche importanza sono ancora concepite nello stile "storico"; molto spesso delle facciate neoclassiche, neogotiche, ecc. nascondono realizzazioni moderne con tanto di intelaiature metalliche.
3 - I precursori dell'architettura moderna, come Labrouste, Paxton, Bogardus, Le Baron Jenney, Hector Horeau, Gustave Eiffel, sono nati nel primo terzo del XIX secolo e sono contemporanei di Victor Hugo, Baudelaire, Dickens, Poe, Verdi, Marx. La prima generazione di modernisti, che comprende designers , come Morris e Tiffany, architetti come Sullivan, Wright, Tony Garnier, Van de Velde, Guimard, Mackintosh, urbanisti, come Wagner, Sitte, Soria y Mata, Howard, è nata - nel complesso - dopo la rivoluzione del 1848; è contemporanea degli impressionisti, di Gauguin e Van Gogh, di Rimbaud, di Verga, di Freud e di Debussy. La seconda generazione, che ha realizzato e sviluppato le intenzioni della prima, è fatta di uomini nati nell'ultimo quarto del XIX secolo; generazione che ha cominciato ad operare nel XX secolo: Adolf Loos, Josef Hoffmann, Eliel, Saarinen, Auguste Perret, Walter Gropius, Gunnar Aspiund, Mies van der Rohe, Le Corbusier, Antonio Sant'Elia, Sven Markelius, André Lurçat, Hans Scharoun, Alvar Aalto. La generazione attuale è nata dopo il 1900: Lucio Costa, Arne Jacobsen , Oscar Niemeyer, Jean Prouvé, Louis Kahn , Marcel Breuer, Carlos Raùl Villanueva, Konrad Wachsmann, Philip Johnson, Eero Saarinen, Georges Candilis, Jörn Utzon e i giapponesi : Kenzo Tange , Kiyonori Kikutake, ecc.
Le grandi opere della meta' del XIX secolo
Se si apre un testo tradizionale di storia dell'arte, si può leggere che i "monumenti imperituri" del XIX secolo, prima del 1870, sono l' Arco di Trionfo di Parigi, il Parlamento di Londra , la Cattedrale gotica di Colonia , l' Opéra di Parigi e, forse, la Mole Antonelliana di Torino; alcuni monumenti di apparenza classica, come Sant'Agostino o la Gare du Nord di Parigi, verrebbero senza dubbio citati con delle riserve perché, sotto un aspetto rassicurante, nascondono delle innovazioni poco apprezzate dai critici e dagli storici che, come un quarto di secolo prima, tendevano a rifiutare severamente qualsiasi opera, qualsiasi progetto che non facesse riferimento, in ogni sua parte, ad uno stile storico ben definito.
I critici tradizionali condannano ciò che non ricorda Michelangelo, Brunelleschi, la Cattedrale di Amiens, il Partenone, ecc. Bisogna comprendere a fondo che ciò che è importante, nell'architettura del XIX secolo, contemporanea al secondo Impero francese, non è la Cattedrale di Marsiglia, in stile romanico lombardo, costruita da Leone Vaudoyer nel 1852, né le molte costruzioni sorte a quei tempo a Parigi: le tristi opere di Joseph Vaudremer (1829-1914), ossia la prigione "funzionale" della Santé, il Liceo Buffon e la chiesa di San Pietro di Montrouge , in stile "bizantino", o quella torta alla crema che è la Gare d'Orsay (di Laloux, nel 1898-1900), o il teatro di piazza Châtelet, di Davioud (1823-1881), o la "Tomba di Napoleone I" agli invalidi, di Luigi Visconti (1791-1853), che fu l'artefice, sotto Luigi Filippo, della scenografia parigina (ha costruito un numero impressionante di fontane) e che fece il progetto del "Nuovo Louvre" , eseguito poi da Lefuel fra il 1853 e il 1870. Tutte queste opere e tante altre, in Francia e altrove, soprattutto in America dove, fino al 1870-1880 le nuove città non accettano che riproduzioni europee, sono le ultime manifestazioni di una tradizione che risale, in ultima analisi, a Vitruvio e che ha vissuto realmente solo fino alla generazione successiva a quella di Michelangelo.
L'architettura moderna, verso il 1850, è quella che si avvia alla creazione delle opere del futuro. Essa esce dall'età della pietra da costruzione e del mattone, per entrare nell'età del ferro, della ghisa e, ben presto, dell'acciaio (il processo Bessemer , che permette la produzione industriale dell'acciaio, viene messo a punto nel 1885). Le opere che contano , perchè sono all'origine di una tradizione nuova, o perchè sono, nel loro genere, dei capolavori, sono quelle di Henri Labrouste, di Paxton, di Baltard (che si ispira a Hector Horeau), dell'americano James Bogardus, di ingegneri come Fairbairn, Barlow, Eiffel.
L'architettura di questo periodo comincia con la "Biblioteca Sainte Geneviève" di Henri Labrouste e si conclude con una realizzazione che annuncia una nuova fase, la Chocolaterie Menier di Saulnier.
Gli uomini e le opere del XIX secolo
Le principali opere degli architetti dell'"età della ghisa"; sono elencati in ordine alfabetico. Sono citati anche alcuni architetti tradizionalisti e alcuni ingegneri e urbanisti.
ABADIE (Paul), Parigi 1812 - Chatou 1884. Allievo di Viollet-le-Duc.
Basilica del Sacro Cuore (1874), in stile romanico bizantino ispirato alla chiesa romanica di Saint Front a Périgueux (1120-1173).
ALPHAND (Jean-Charles-Adolphe), 1867-1891 . Allievo del Politecnico, capo del Servizio per i parchi e le piantagioni sotto il secondo Impero. Ha sistemato: Le Bois de Boulogne, Les Buttes-Chaumont (1860), il parco Montsouris (1869) e ripiantato i Champs Elysées .
ANTONELLI (Alessandro), Novara, 1798 - Torino 1888. Ingegnere e architetto. Cupola di San Gaudenzio a Novara (1841-1881); Mole Antonelliana a Torino (1863-1888).
BALTARD (Victor), Parigi, 1815 - Parigi, 1874. Direttore delle Opere di Parigi e del dipartimento della Senna sotto il secondo Impero. Halles centrales, chiesa di Sant'Agostino a Parigi (1862-1866): armatura metallica mascherata da una muratura tradizionale (facciata pseudo-gotica, cupola pseudo-Rinascimento).
BARRY (Sir Charles), Londra, 1795 - Londra, 1860. "Parlamento di Westminster" (1836), in stile neogotico.
BOGARDUS (James) New York, 1800 - New York, 1874. Industriale, (fonditore) e inventore di un tipo di costruzione con armatura in ghisa. Fonderie Bogardus (1868), "Harper and Brothers Building" (1854), e numerose facciate in ghisa.
CABET (Etienne), Digione, 1788 - Saint Louis, Stati Uniti, 1856.
Professore e avvocato, inventore, secondo Marx, del "comunismo utopistico". Urbanista visionario in Viaggio in Icaria (1840). Tenta, invano, di organizzare nel Texas e nell'Illinois, una città socialista, costituita di colonie "icariane". Rimane negli Stati Uniti, dove muore, dal 1848 al 1856.
CHALGRIN (Jean-François), Parigi, 1739 - Parigi, 1811.
Architetto neoclassico, allievo di Servandoni. "Saint Philippe du Roule , a Parigi (1769-1784) e il progetto dell' Arco di trionfo" in Place de l'Etoile (1806), che fu realizzato nel 1836.
DAVIOUD (Gabriel), Parigi, 1823 - Parigi, 1881. Autore dei due teatri, il Châtelet e il Sarah-Bernhardt . Ha sistemato il "Padiglione del Bois de Boulogne , le fontane di Château d'eau , l' Osservatorio" (con Carpeaux), ecc.
GARNIER (Charles), Parigi, 1825 - Parigi, 1898. Rappresentante dello stile Napoleone III, è l'autore dell' Opéra di Parigi (1861-1875), del Cercle de la librairie , del Teatro Marigny , del Casinò di Montecarlo.
GODIN (Jean-Baptiste André), Esquehéries, 1817 - Guise, 1888.
Industriale e uomo politico, realizzò una città secondo l'utopia di Fourier, il Falansterio di Guise o Palazzo sociale (1859), dove vissero circa 900 persone.
GUEPIN (Ange), 1805-1873. Medico di dogana a Nantes. Pubblicò insieme al Dottor Bonamy un'inchiesta: "Nantes nel XIX secolo; statistica industriale e morale" (1835) che rappresenta una delle prime denunce della miseria urbana del XIX secolo.
HAUSSMANN (Georges Eugène, barone), Parigi, 1809 Parigi, 1891.
Prefetto del dipartimento della Senna, realizzò l'unico grande tentativo di urbanizzazione di una grande città nel XIX secolo, seguendo la tradizione classica: assi rettilinei facenti capo a monumenti svincolati, reti di viali e di piazze che davano a Parigi. Creatore di un'architettura notevolmente uniforme (le "case d'affitto" haussmaniane). Ha anche stimolato la creazione di numerose opere architettoniche, come quelle conformiste di Garnier, o quelle moderne di Labrouste, Baltard, Horeau.
HITTORFF (Jacques), Colonia, 1792 - Parigi, 1867. Allievo di Percier, teorico dell' architettura policroma . Ha sistemato il Bois de Boulogne, il Cirque des Champs Elysées , e soprattutto la "Gare du Nord" (1861-1869).
HOREAU (Hector), Versailles, 1801 - Parigi, 1872. Uno dei grandi artefici dell'architettura metallica, costruì poco ma spesso fu defraudato delle sue idee, in particolare da Baltard.
LABROUSTE (Henri), Parigi, 1801 - Fontainebleau, 1875. Architetto "razionalista", autore del Manicomio di Losanna , della Biblioteca Sainte Geneviève (1843-1850) e della "Biblioteca Nazionale" (1858-1868).
LALOUX (Victor), Tours, 1850 - Parigi, 1937. Conformista, autore della Gare d'Orsay (Parigi, 1898-1900), della Gare de Tours , del Municipio di Roubaix , ecc.
LEFUEL (Hector Martin), Versailles, 1810 - Parigi, 1881.
Raccordo del Louvre alle Tuileries (il Nuovo Louvre ), secondo il progetto di Visconti.
LOUIS (Nicolas, chiamato Victor), Parigi, 1731 - Parigi, 1811. "Gran Teatro di Bordeaux (1773-1780), colmi in ferro del Teatro Francese" (1786): Victor Louis, introduce, con Soufflot, il ferro nell'architettura.
MENGONI (Giuseppe), 1829-1877. Realizzatore della "Galleria Vittorio Emanuele" di Milano (1865-1867).
NASH (John), Londra, 1752 - East Cowes, 1835. Architetto eclettico, fu incaricato del rinnovamento del quartiere di Regent's Park , a Londra (1812-1825), di Buckingham Palace (1825-1830) e della costruzione del Royal Pavillon di Brighton (1815-1823), in cui vengono utilizzati la ghisa e il ferro.
OLMSTED (Frederik Law), 1822-1903. Architetto paesaggista del "Central Park" a New York (1817) e organizzatore di numerosi parchi americani: Prospect Park di Brooklyn, Fairmount Park di Filadelfia, "South Park di Chicago, Grounds" di New York.
PAXTON (Sir Joseph), Milton Bryant, 1801 - Sydenham, 1865. Giardiniere, poi consigliere del Duca di Devonshire. Nel 1828 inventa il "tetto a denti di sega" e, a partire da questo, costruisce la Grande Serra di Chatsworth (1836-1840): 84 m di lunghezza, 38 m di larghezza, 20 m di altezza; autore del "Crystal Palace" (1851), costruito con l'aiuto degli imprenditori Fox e Henderson, e del vetraio R.L.Chance. Paxton ha anche ideato dei piani regolatori delle rive del Tamigi (186 ettari) e un viale periferico di 20 km, attorno a Londra, per migliorare la circolazione, il "Great Victorian Way" (1855).
RICHARDSON (Benjamin Ward), 1826-1896. Medico inglese autore di un libro sulle Malattie della vita moderna (1875) e di un'opera di igiene urbanistica: Hygeia (1876).
RICHARDSON (Henry Hobson), Saint James, Louisiana, 1838 - Brookline, presso Boston, 1886. Primo architetto americano moderno, studiò a Parigi (1858-1865), dove lavorò con Labrouste. La sua opera veramente personale comincia nel 1880
SCHINKEL (Karl Friedrich), Neuruppin, 1781 - Berlino, 1841. Architetto neoclassico allievo del prussiano Gilly che costruì la maggior parte dei monumenti dell'antica Berlino. Neoclassico, poi neogotico; alcuni dei suoi progetti presentavano una tendenza modernista che influenzerà Mies van der Rohe.
SEGUIN (Marc), Annonay, 1786 - Annonay, 1875. Ingegnere che costruì il ponte sospeso di Tournon (1824).
SMIRKE (Sir Robert), Londra, 1781 - Cheltenham, 1867. Architetto neoclassico: Covent Garden (1808, distrutto in un incendio nel 1856); British Museum (1823-1847).
Ha costruito anche in neogotico: Eastnor Castle (1808-1815).
SOANE (Sir John), Goring-on-Thames, 1753 - Londra, 1837. Architetto della Bank of England (1788-1833); utilizza la ghisa (cupole e forme astratte di origine neoclassica).
TELFORD (Thomas), 1757-1834. Architetto e ingegnere scozzese, conosciuto per le sue architetture metalliche: magazzini generali "St Katharine , a Londra (1824-1828), Ponte di Menai" (1815).
VAUDREMER (Joseph), Parigi, 1829 - Antibes, 1914. Autore conformista di San Pietro di Montrouge , di "Notre Dame d'Auteuil , del Liceo Buffon e della Prigione della Salute" .
VIOLLET-LE-DUC (Eugène-Emmanuel), Parigi, 1814 - Losanna 1879. Restauratore dell'arte medioevale in Francia e teorico, nei suoi Colloqui , della funzionalità.
VISCONTI (Luigi), Roma, 1791 - Parigi, 1853. Architetto conformista: Tomba di Napoleone I (1842), progetto di raccordo del Louvre alle Tuileries.
L'opera di William Morris
William Morris (1834-1896) è stato allievo di Ruskin e ha creato, nel 1861, la Morris Company , con l'architetto Philip Webb e i suoi amici preraffaelliti: i pittori Ford Maddox Brown, Rossetti, Burne-Jones. Le sue teorie si basano su un rifiuto quasi fanatico della vita industriale, della macchina, ma anche dell'arte per privilegiati, collezionisti e musei. In questo ordine di idee egli afferma che una stazione o un ponte non potranno mai essere un'opera d'arte e non troveremo, quindi, in lui, un ammiratore del "Menai Bridge o della Galleria delle Macchine" . A partire da questo rifiuto, propone tre programmi di vita:
1 - Il ritorno alla natura e alla semplicità (da Webb si fece costruire, fuori Londra, una "casa rustica", la Red House , che decorò senza lasciarsi condizionare dallo stile medioevale, molto di moda in quell'epoca).
2 - Il ritorno all'artigianato: invitava architetti e altri artisti a lavorare con le loro mani, a realizzare oggetti usuali, quotidiani, ai quali restituire la bellezza perduta. Le nostre case, diceva, sono piene di "robaccia indescrivibile" e i soli oggetti "accettabili" si trovano, più che altro "in cucina".
3 - Il ritorno ai piaceri della vita domestica ( domestic revival ), incoraggiando gli architetti a costruire, senza preoccuparsi dello stile, case modeste e semplici, e non degli edifici pubblici, dei monumenti fastosi o delle dimore principesche. Questo atteggiamento, che voleva fare della vita di tutti i giorni una gioia estetica continua e non sofisticata, infiuenza numerosi architetti inglesi, che si danno a costruzioni individuali domestiche che contrastano con gli slanci costruttivi degli anni 1850-1870. A fianco di Webb si deve citare Richard Norman Shaw (1831-1912), del quale abbiamo già segnalato le New Zealand Chambers, che costruì a Bedford Park, fra il 1875 e il 1877, la prima garden-city (città-giardino), e gli americani H. H. Richardson (1838-1886) e Stanford White (1853-1906) che hanno veramente rinnovato la costruzione domestica, preannunciando così l'opera, importantissima per il XX secolo, di Frank Lloyd Wright.
Questa corrente "domestica", che raggiunge gli Stati Uniti verso il 1880-1890, è contemporanea alla nascita dell'architettura commerciale e dei grattacieli.
Nella pratica, la Morris Company , che vuole riabilitare l'artigianato dell'arte, produce delle carte da parati, dei tessuti da tappezzeria ( chintzes ), vetrate, mobili, ecc. Morris fu così all'origine di una moda che, diffondendosi nell'Europa continentale e sviluppandosi, si sarebbe trasformata nello stile Liberty (detto Art Nouveau in Francia, Modern Style in Inghilterra, ecc.).
È bene presentare qui ai nostri lettori, la polemica che contrappose due storici dell'architettura moderna e delle arti decorative, l'italiano Alberto Sartoris, autore di una "Enciclopedia della nuova architettura" (3 volumi, Milano, 1948-1957) e lo storico americano Nikolaus Pevsner, il cui libro Pioneers of Modern Design ( "I pionieri del design moderno" , I edizione, Londra, 1936, nuova edizione, 1968) è diventato un classico in materia.
Per Sartoris, Morris non sarebbe stato l'artigiano entusiasta e fanatico che abbiamo descritto, ma un mistificatore, un abile uomo d'affari: senza la garanzia di Ruskin, il quale mettendo la bellezza alla portata di tutti, non ha capito niente delle origini dell'architettura moderna, afferma Sartoris, Morris sarebbe stato solo, un commesso viaggiatore di pessimo gusto. Queste accuse non sono completamente senza fondamento: è cosa abbastanza sospetta vedere un uomo che si presenta come puro artista, come puro artigiano, fondare una società commerciale destinata a sfruttare - economicamente - il proprio artigianato. E, quando l'uomo che si comporta così, appartiene all'ambiente falsamente semplice, sofisticato, dei preraffaelliti inglesi, si possono avere dei dubbi sulla sua sincerità.
Ma il problema non è questo e forse Sartoris si è lasciato trasportare da un nazionalismo latino fuori luogo. È assolutamente indiscutibile che un' arte del vivere per conto proprio , in case calde e accoglienti, ammobiliate e arredate per amore di una certa comodità, senza preoccupazioni dei tipo "che dirà la gente", senza la preziosità e la ricercatezza che caratterizzava, per esempio in Francia, gli arricchiti della III Repubblica, è nata in Inghilterra. Non l'Inghilterra dei clubs londinesi, degli snob e degli smoking, bensì quella dei puddings e delle marmellate di ribes, delle coperte scozzesi e dei ramini e, occorre dirlo, l'Inghilterra della tranquillità vittoriana. La rivoluzione industriale si è conclusa. Una buona parte della società britannica - ed europea - ha ritrovato il piacere di vivere: senza dubbio le è molto più facile ora soffermare lo sguardo sulle classi subalterne, allora chiamate classi inferiori , cosa assolutamente impossibile ai tempi di Dickens o di Eugène Sue.
In quest'atmosfera ovattata nasce un'arte, ben presto trasformata in moda da industriali e negozianti, che invade tutti i campi dell'attività quotidiana: la decorazione, gli oggetti più comuni, i tessuti, le rifiniture, ecc.
Dire che l'Inghilterra ha avuto una profonda influenza sul continente europeo è eccessivo. Bisogna però tenere presente che il continente era disponibile a questa influenza, che era in stato di ricettività, perché aveva subito, con un ritardo di una ventina d'anni , i mutamenti sociali ed economici indispensabili. Quando viene fondata la Morris Company, nel 1861, dall'altra parte della Manica, il secondo Impero è al suo apogeo.
Garnier comincia la costruzione dell' Opéra , Hittorff quella della Gare du Nord , le Halles di Baltard sono già a buon punto; dall'altra parte dell'Atlantico, gli Stati Uniti cominciano la guerra civile. Venti anni più tardi, la borghesia francese si è definitivamente sistemata negli stabili di Haussmann e la piccola borghesia sogna padiglioni in campagna o casette isolate alla Robinson: è ormai matura per accogliere i chintzes di Morris.
Aggiungiamo, infine, che il nuovo stile che si sta diffondendo non è immediatamente "consapevole". Lo si segue come una moda e non come un'arte (l'arte di allora, in Europa, è rappresentata dal simbolismo, dall'impressionismo e, subito dopo, dall'espressionismo).
Non solo: gli "artisti", inizialmente, hanno opposto resistenza a questa invasione e si sono rivolti ad un folklore più diretto, più naturale, quello dell'arte africana.
Solo più tardi, con il Dadaismo e il Surrealismo, pittori e poeti scopriranno la poesia dello stile ricercato e delle entrate della Metropolitana di Parigi.
Evoluzione dello stile liberty
Stile Liberty , in Italia = Art Nouveau , nei paesi di lingua francese; Modern Style in quelli di lingua inglese; Jugendstil , nei paesi di lingua tedesca; Sezessionstil , in Austria; Modernismo , in Spagna.
Il termine Liberty è il cognome di un proprietario di magazzini di Londra che contribuì a diffondere , anche in Italia, la moda di questo nuovo stile. Ci accontenteremo, qui, di una sommaria cronologia di questo movimento, a proposito del quale si parla anche di "stile pappa molle" o di "stile metrò", preparato dall'opera di Morris e che si estingue verso il 1905-1910.
Precisiamo che la sua influenza sull'architettura è stata doppia:
1º sul concetto stesso di massa architettonica;
2º sull'importanza della decorazione.
Lo Stile Liberty è il primo ad essere praticato anche da ceramisti, come il danese Thorvald Bindesböll, da scultori, come l'inglese Alfred Gilbert, da rilegatori (René Wiener, di Nancy), da gioiellieri (René Lalique, Wilhem Lucas von Cranach), da ebanisti (Eugène Vallier , Majorelle, Alexandre Charpentier).
Gli architetti che hanno animato la corrente dello Stile Liberty, non sono rimasti sempre a questo stadio; Van de Velve, Horta, Guimard, Endell sentono i nuovi problemi tecnici della loro epoca, benché rappresentino quasi una parentesi poetica nell'evoluzione dell'architettura da Labrouste e Horeau a Le Corbusier, attraverso la scuola americana di Chicago.
Antonio Gaudi' y Cornet
Nato a Reus, in Catalogna, nel 1852, morto a Barcellona nel 1926, in un incidente d'auto, mentre si recava al cantiere, Gaudí è stato influenzato nella sua giovinezza dagli animatori del Rinascimento catalano, ammiratori del Medio Evo e del folklore. L'opera di questo architetto lirico, che si colloca al di fuori del suo tempo - costruisce usando pietra, mattoni, ceramica - si trova tutta a Barcellona. Comprende due capolavori: uno, il palazzo (1885-1889) e il parco, (1914) costruiti per il conte Güell, suo mecenate, l'altro, la chiesa della Sagrada Familia , stupenda cattedrale opera di un solo uomo, la cui costruzione iniziata nei 1883, fu interrotta, per la morte dell'artista, nel 1926, ed è ripresa in questi ultimi anni con i contributi di tutta la cittadinanza di Barcellona. Inoltre Gaudí ha costruito e rinnovato un certo numero di edifici: la Casa Vicens (1880), sua prima opera, la Casa Calvet (1904), la Casa Battio (1907), la Casa Milà (1910). Ecco alcune importanti caratteristiche dell'opera di Gaudí:
1 - Egli ha veramente scolpito le sue costruzioni, ispirandosi a forme naturali (ossa, muscoli, ali, animali e vegetali, ecc.). Questo lo ha condotto a delle vere invenzioni architettoniche , come le colonne oblique, che rimpiazzano gli archi rampanti.
2 - È un decoratore geniale, tanto che spesso, l'architetto semplice e originale sparisce sotto le decorazioni: sculture, mosaici in ceramica, collages (prima dei cubisti...) con vari materiali (piatti rotti, bicchieri, bottiglie, ecc.).
3 - Ha dato alle linee curve e alle superfici ondulate un posto rilevante (per cui lo si mette, a volte, fra gli artisti del Liberty ). Ma i zig-zag dei suoi muri, le torsioni delle sue colonne, le volte a stalattiti, i finti alberi morti in cemento, gli schienali attorti delle panchine del Parco Güell non sono "gratuiti": tutte queste forme, nuove, originali, hanno una ragione d'essere: sono soluzioni singolari a problemi funzionali precisi.
4 - Per questo, tutti i tentativi di collocare Gaudí nella sua epoca sono destinati a fallire. C'è nelle sue opere qualcosa dello Stile Liberty, soprattutto per i motivi floreali e faunistici della decorazione e per l'importanza che egli dà a quest'ultima nell'architettura. La natura degli elementi decorativi (ossame, animali), spesso fantastici, conferiscono alla sua arte un carattere surrealista. D'altra parte, la non omogeneità dei materiali (cemento, ceramica, ferro forgiato) non è priva di analogia con la tecnica del collage, praticata dai primi cubisti.
Fu Le Corbusier a scoprire il genio di Gaudí, nel 1928. Egli ha sottolineato - e da allora anche i più scettici hanno raggiunto questa convinzione - che Gaudí aveva creato, al di là della sua poesia, l' architettura organica moderna, che trova espressione, nei nostri tempi, nelle opere di Nervi (nato nel 1891), in quelle di Alvar Aalto (nato nel 1898), nello Stadio Olimpico del giapponese Kenzo Tange (nato nel 1913), e nelle costruzioni di Jörn Utzon (nato nel 1918).
L’ARCHITETTURA NEL XX SECOLO
Il legame fra il XIX e il XX secolo è assicurato dall'opera di Frank Lloyd Wright che ha influenzato profondamente, negli ultimi venti anni della sua vita, l'architettura americana. Ecco come si può descrivere, a grandi linee, l'evoluzione dell'architettura dal 1900 al 1970.
· Dal 1900 al 1920 si assiste alla dispersione delle tendenze delineatesi nel periodo precedente. In America è il ritorno al "classicismo" che soffocherà lo slancio creativo della Scuola di Chicago; in Europa a poco a poco si dimentica il ferro, si scopre il cemento armato e si costruisce, bisogna ammetterlo, molto meno che nel XIX secolo.
· Dal 1920 al 1930 le forze creatrici si raggruppano e convergono in una direzione che si chiama, in senso stretto, stile internazionale , il quale, preparato dalle opere di Adolf Loos, di Perret e di Behrens, tocca il suo apice coi maestri del XX secolo: Le Corbusier (1887-1965), Walter Gropius (1883-1969), Mies Van der Rohe (1886-1969).
Questo stile è caratterizzato - in maniera un po' dogmatica - da tre principi:
1º il primato dei volumi in rapporto alle masse;
2º l'abbandono della simmetria assiale e la ricerca di un'organizzazione funzionale degli edifici;
3º l'eliminazione della decorazione arbitraria. In effetti, ogni creatore ha caratterizzato questo stile in base alla propria personalità e alle condizioni specifiche di costruzione.
· Dal 1930 al 1940 due tendenze opposte si delineano, forse con più nitidezza che mai: un certo accademismo nuova maniera , che si attiene ad un funzionalismo estremamente rigoroso e , al limite, inumano, è battuto in breccia dalle teorie di quelli che concepiscono l'architettura come una continua messa in discussione, cioé Gropius, Le Corbusier, Mies Van der Rohe e i loro sostenitori e allievi, come i finlandesi Alvar Aalto (nato nel 1898) e Eero Saarinen (1910-1961).
Queste concezioni si confrontano in seno ai C.I.A.M. (Congressi internazionali di architettura moderna), fondati nel 1928 o attraverso le importanti pubblicazioni teoriche: si esprimono invece nelle opere realizzate, per la maggior parte, in America o nell'Europa del Nord.
· Dal 1945 al 1960 dopo le distruzioni della Seconda Guerra mondiale, dopo la sparizione dei sostenitori del classicismo e del neoaccademismo, le dottrine d'anteguerra prendono corpo. Le Corbusier che fu, con Mies Van der Rohe, l'uomo che maggiormente ha segnato l'architettura dopo il 1920 e che aveva costruito, in Francia, solo per qualche ricco mecenate vede infine il suo genio riconosciuto.
Nuove nazioni partecipano all'elaborazione delle città contemporanee: l'Italia, il Giappone, il Venezuela, il Brasile (dove le idee di Le Corbusier conobbero un grandissimo successo).
In questo periodo due grandi "stili" si oppongono: quello delle costruzioni americane in cui spesso dominano il vetro e l'acciaio (Mies Van der Rohe, Neutra) e quello degli architetti italiani e giapponesi, fautori dei muri pesanti e solidi in calcestruzzo grezzo non armato o in mattoni; questa fu anche la tendenza di Le Corbusier nell'ultimo periodo della sua vita.
· Dal 1960 al 1970 i movimenti divengono più numerosi e più difficilmente circoscrivibili. Vicino all'architettura "utilitaria" delle grandi città, dove i regolamenti amministrativi, la speculazione fondiaria, l'azione inconsulta e spesso inconseguente dei "promotori", fanno regnare, troppo di frequente, la bruttezza, l'illogismo e l'inumanità, un'architettura di alto livello si sviluppa in America, in Italia, in Scandinavia, in Giappone.
L'"americanizzazione" dei mezzi di costruzione (tipificazione, prefabbricazione), la ricerca di nuove soluzioni, di nuove tecniche, di nuove forme, in rapporto ai mezzi moderni, preannunciano certi aspetti dell'architettura avveniristica, come si è espressa, ancora modestamente, all' Esposizione universale di Montreal, nel 1967 e, con più nitidezza, nel 1970 a Osaka.
L'opera di F. L. Wright
È difficile presentare in poche righe l'enorme opera di Wright che costruì, con entusiasmo, fino alla morte.
· Si possono fissare, per cominciare, alcune idee generali.
1 - Wright ha avuto il suo esordio in architettura nel periodo dello sviluppo di Chicago, presso Sullivan che chiamava lieber Meister" (amato Maestro) e Adler, the grand old Chief" (grande vecchio capo).
Sembra che abbia preso in contropiede le tendenze del tempo: gigantismo, ossature in calcestruzzo, vetrate, non si confanno al suo temperamento.
2 - Ciò che ricerca è la casa rifugio", quella che meglio conveniva a quelli che lui chiamava Usaniani , cioè abitanti degli U.S.A. La rivoluzione che conduce nell'ambito dell'abitazione individuale è notevole e segna ancora i nostri tempi.
3 - Sfortunatamente, quando raggiunge la sua piena maturità, le sue nuove idee vengono represse da una moda che ha ucciso - per 40 anni - l'architettura americana, e che fu caratterizzata da un ritorno al classicismo e al neogotico. I clienti" reclamavano case, castelli, fabbriche che fossero delle copie dei palazzi toscani o delle roccaforti del Medio Evo; le Società anonime volevano dei grattacieli gotici! È l'epoca in cui Sullivan vive in esilio nel proprio paese.
4 - Una delle tesi più importanti di Wright fu la ricerca di un'architettura organica , in accordo con la sensibilità dell'epoca.
La casa è una specie di protuberanza che deve adattarsi al terreno da cui scaturisce; per questo rifiutò, almeno nel suo primo periodo, l'acciaio e il calcestruzzo, preferendo il mattone e la pietra.
In seguito utilizzerà questi materiali in maniera sorprendente ( "Casa sulla Cascata , 1936; Museo Guggenheim" , 1936-1939).
5 - Wright ha anche costruito stabili per uffici, molto differenti, anch'essi, dai Buildings della Scuola di Chicago, che furono poco apprezzati nel loro tempo.
· La casa individuale , come la concepì Wright, deve essere riavvicinata alle case della Prateria che erano ancora numerose durante la sua gioventù e che noi abbiamo già incontrato a proposito del Balloon-frame.
Egli ha semplicemente, ma con genio, ampliato il loro principio.
Si tratta, generalmente, di una casa a due piani: il pianoterra è un vasto salone che contiene più vani disposti a croce attorno al "cuore architettonico" : il camino centrale. Quando si supera la soglia non ci si trova in un'anonima anticamera, ma si è già in un ambiente fatto veramente per viverci, suddiviso con astuzia grazie alla disposizione a croce e all'utilizzazione di tramezzi scorrevoli. Solo la cucina e uno o due vani sono isolati da veri muri (in mattoni). Al primo piano ci sono le camere da letto, disposte in modo completamente differente rispetto al modo con cui sono distribuiti i compartimenti del piano terra, tanto più che, molto spesso, solo una parte della superficie totale è utilizzata per il primo piano.
C'è quindi un piano a croce doppiamente flessibile:
1º al piano terra, grazie alle combinazioni realizzabili;
2º In altezza, nella misura in cui i due piani sono differenti.
Infine, Wright ha mantenuto il prolungamento esterno tipico delle Prairie Houses , il portico , una specie di terrazza coperta che circonda il piano terra. Nelle case di Wright, il portico può essere tanto un prolungamento del vano d'entrata, quanto una galleria lungo tutto il lato della casa. Così, visto dall'esterno, la casa non è più un parallelepipedo situato al centro di un giardino; è già un essere organizzato, le cui forme e volumi, adattati al luogo, hanno la capacità di affascinare.
· Gli stabili per uffici vengono costruiti a partire da idee analoghe.
Vengono realizzati come unità spaziali, isolate, ben riparate pur essendo molto illuminate e aerate. Il Larkin Building , a Buffalo (1904), ha la solennità di una chiesa, con la sua navata centrale circondata da gallerie: costruzioni sigillate, mobili in acciaio incorporati, aria condizionata (per la prima volta nell'architettura d'uffici), porte e finestre in lastre metalliche.
Questo capolavoro è stato demolito dalla ditta Larkin nel 1949; la storia dell'architettura è piena di atti di vandalismo. Si ritrova la stessa ricerca di unità spaziale nell'edificio amministrativo della ditta Johnson Wax, a Racine (Wisconsin), costruito fra il 1937 e il 1939.
· L'ultimo periodo di F.L.Wright , dal 1940 al 1959, anno della sua morte, è ancora più potente e creativo.
Concepisce dei progetti di urbanistica deliranti (per Bagdad, Pittsburgh, Madison), si entusiasma per le costruzioni circolari ( Museo Guggenheim , a New York, inaugurato nel 1960, dopo la sua morte) e piramidali (la stupefacente sinagoga Beth Sholem , a Elkins Park, Pennsylvania, 1959), sogna un grattacielo di 1600 metri (questo progetto non è mai stato realizzato).
Punti di riferimento di W. Gropius
Gropius è stato nello stesso tempo un creatore di grande vigore e un insegnante. Direttore della Kunstgewerbe Schule (Scuola di arti decorative) e dell'Accademia di Weimar (nel 1919), raggruppò queste due istituzioni in una sola: la Bauhaus, università di nuovo genere, la cui storia è essenziale per l'evoluzione delle arti plastiche fra le due guerre mondiali.
- 1ª fase (1919-1921): insegnano alla Bauhaus il pittore svizzero Johannes Itten (1888-1917), lo scultore tedesco Gerhard Marcks (nato nel 1889) e il pittore tedesco-americano Lyonel Feininger (1871-1956).
- 2ª fase (1921-1925): il corpo insegnante della Bauhaus accoglie gli artisti astratti" : Paul Klee e Oskar Schlemmer nel 1921, Kandinsky nel 1922; Moholy-Nagy nel 1923. La scuola si scontrò con l'opposizione conservatrice della Turingia e Gropius decise di chiuderla nell'aprile del 1925.
- 3ª fase (1926-1933): trasferita a Dessau (una città, oggi appartenente alla Repubblica Democratica Tedesca, a circa 60 km. a nord di Lipsia), dove Gropius, per ospitarla, costruì uno stabile considerato il suo capolavoro e la Bauhaus, da università artistica si trasforma in scuola orientata principalmente verso l'architettura industriale, approfondendo gli elementi fondamentali dell'arte dell'epoca. L'architettura doveva essere, secondo lo spirito di Gropius, il momento unificatore fra l'arte e la vita materiale delle società moderne.
Inoltre, si realizzarono, alla Bauhaus, numerose esperienze artigianali e decorative. Nel corso di questa terza fase accedono all'insegnamento ex-allievi della Bauhaus : Josef Albers, Herbert Bayer, Marcel Breuer, Hinnerk Scheper, Joost Schmidt. Gropius ha lasciato la direzione della Bauhaus, nel 1928, all'architetto svizzero Hanner Meyer al quale succede, nel 1930, Ludwig Mies Van der Rohe (. La Bauhaus fu chiusa dai nazisti nel 1933.
Numerosi artisti, fra cui Gropius, Breuer, Mies Van der Rohe, per citare i più importanti emigrarono negli Stati Uniti.
L'opera di W. Gropius
Gropius si considerava architetto industriale"; ha sempre lavorato in collaborazione: con Meyer nel 1923, con Maxwell Fry, in Inghilterra, fra il 1934 e il 1937, con Marcel Breuer negli Stati Uniti, fin dal 1938; con un gruppo di otto giovani architetti americani, a partire dal 1945, nell'agenzia T.A.C. ( The Architect's Collaboration ).
L'opera di Gropius comprende, nello stesso tempo, case private, fabbriche, costruzioni di abitazione individuale e collettiva, stabili amministrativi, università, ecc. Si possono individuare alcune caratteristiche generali.
1 - È un'architettura sociologica, imperniata soprattutto sui problemi della vita comunitaria, apportandovi soluzioni nuove ma nello stesso tempo estetiche. Già dal 1911, con la fabbrica Fagus (Alfeld an der Leine) realizza chiaramente il principio del muro-sipario , con delle grandi vetrate per una migliore illuminazione dell'interno.
2 - Per realizzare queste soluzioni, utilizza i materiali dell'architettura del XX secolo: il calcestruzzo, l'acciaio, il vetro. Ma tiene anche conto della nuova visione dello spazio, come la si ritrova in Cézanne e nei pittori cubisti, cioè uno spazio i cui differenti piani, le cui differenti facce devono essere esplorate.
3 - Non cade in alcun eccesso tecnico. Le sue costruzioni conservano dimensioni e proporzioni umane. D'altra parte opera in termini di prefabbricazione e tipificazione sempre cercando di evitare la monotonia "Le numerose combinazioni possibili fra i diversi elementi della costruzione permettono di soddisfare le aspirazioni individuali senza tuttavia abbandonare il principio della produzione in serie" (citato da Giedion, op. cit., p. 310).
Punti di riferimento di Le Corbusier
Edouard Jeanneret-Gris nacque nel 1887 a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera ed è alla scuola delle arti decorative di questa città di orologiai che riceve, a partire del 1891, la sua prima formazione artistica (infiuenza determinante del suo professore L'Eplatenier).
Dopo un importante giro d'Europa" artistico il giovane lavora negli studi di alcuni grandi architetti del momento: presso Josef Hoffmann (Vienna, 1907), Tony Garnier (Lione, 1908) e i Fratelli Perret (Parigi, 1909-1910), che gli insegnarono a servirsi del cemento armato, presso Peter Behrens (Berlino, 1911). Fu iniziato ai problemi della tipificazione nell'ambito del Werkbund (fondato nel 1907 da Muthesius): rinnovamento delle forme Deutscher artistiche, ricerche ispirate da quella di Morris. Poi si stabilì definitivamente a Parigi, nel 1917; prese, in seguito, la nazionalità francese e si interessò, per un certo periodo, tanto di pittura (il Purismo , con Ozenfant ) che di architettura.
Successivamente si consacrò a quest'ultima con il famoso nome di Le Corbusier.
L'opera e l'attività teorica di Le Corbusier hanno segnato profondamente l'evoluzione dell'architettura mondiale dopo il 1920: è stato, con Wright e Gropius, uno degli uomini che più hanno contribuito a trasformare l'universo architettonico.
Caratteri generali e pensiero di Le Corbusier
· La macchina per abitare . L'idea fondamentale di Le Corbusier, che in questo senso non fece che ampliare tutti gli aspetti del funzionalismo in una sintesi coerente, è che una casa è innanzitutto una macchina per abitare" e che tutte le sue parti, tutti i suoi elementi e procedimenti di costruzione devono tendere a questo fine.
Verso il 1920 questo tema non è nuovo, ma Le Corbusier ha avuto il merito di definirlo in modo cosciente e determinante nei suoi scritti e di realizzarlo nei suoi progetti e nelle sue costruzioni. Ecco i famosi Cinque punti" dei Richiami ai signori architetti (1920, nello Spirito Nuovo ) e di Verso un'architettura (1923).
1 - Una casa si innalza su dei pilastri e non più su dei muri (questo è vero dal 1850 per certe costruzioni di Nash e di Labrouste). Questi pilastri non devono essere nascosti da una muratura, ma apparire liberamente all'interno di un edificio (cfr. la colonna in ghisa al centro di un salone, di Nash.
I pilastri di Le Corbusier sono, beninteso, in cemento armato; con delle travi e delle solette armate assolvono la totalità delle funzioni portanti.
2 - L'ossatura in cemento armato è indipendente, tanto per la costruzione che per le funzioni, dai muri esterni e dai tramezzi.
Quindi ogni piano può avere una fisionomia propria: il piano generale è flessibile . Abbiamo già incontrato questo nel Leiter Building di Jenney (1889) e nella famosa casa di Horta (rue de Turin a Bruxelles.
3 - Conseguenza dell'esistenza di un'ossatura in cemento armato: lo spazio interno (di un piano o di un edificio intero) può essere distribuito liberamente, senza che ci si debba preoccupare di dare ai muri o ai tramezzi delle funzioni portanti; anche i rapporti con lo spazio esterno dell'edificio sono organizzati in tutta libertà.
In particolare Le Corbusier ha esaltato l'indipendenza di ogni piano (utilizzando delle rampe ) : ciò che lui chiamava "pianificazione aperta".
4 - La facciata è libera dato che non è portante: può essere un muro-sipario, come in Gropius, o una forma nuova (muro curvo, come nel Padiglione Svizzero della Città Universitaria di Parigi: l'ondulazione del muro esterno libera dello spazio e ingrandisce l'entrata che, rettangolare, avrebbe dovuto essere stretta).
5 - Adozione sistematica del tetto a terrazza che può essere utilizzato.
· Estetica . Il funzionalismo - materiale e umano - dell'architettura di Le Corbusier, l'utilizzazione ingegnosa dei metodi di costruzione che diventano mezzi architettonici (costruzione su palafitte, come nella Villa Savoia di Poissy e come per l' Unità d'abitazione di Marsiglia, impiego della rampa , facciate libere, ecc.) si collegano a delle preoccupazioni estetiche. Auguste Perret aveva mostrato le armature in calcestruzzo dello stabile di rue Franklin più per una bravata da ingegnere che per volontà estetica.
Le Corbusier - come Maillart, il costruttore di ponti - dà al calcestruzzo una patente di nobiltà: "Pare effettivamente possibile considerare il calcestruzzo come una pietra composita degna di essere mostrata nel suo aspetto naturale" (Opera completa, Zurigo, volume V, p. 191).
Mettere a nudo la superficie rugosa del calcestruzzo, utilizzare le forme di legno per la posa delle casse-forme o qualsiasi altro elemento plastico è già preannunciare il Brutalismo degli anni 1960
Dimenticando, come tutti gli architetti modernisti, gli stili del passato, Le Corbusier crea dei volumi geometrici: cubi, cilindri, parallelepipedi, ecc. Si ritrova, in queste disposizioni, un'eco evidente del Cubismo , che ha profondamente segnato la formazione estetica di Le Corbusier.
· Urbanistica . La crisi degli anni 1930 ha cancellato le liste di commissioni degli architetti d'avanguardia; essi lavorano solo per dei mecenati illuminati (o snob), mentre gli enti pubblici, le grandi imprese commerciali, i costruttori di stabili per abitazione si rivolgono quasi sempre, ad architetti accademici, tanto in Italia - dove per farsi strada gli architetti devono accettare lo stile imperiale" imposto dal regime fascista , e costruire opere colossali di pessimo gusto - che negli altri paesi d'Europa e d'America. Fra il 1930 e il 1940 Le Corbusier ebbe la possibilità di dedicarsi a delle ricerche urbanistiche.
Egli contemplò la possibilità di una riforma radicale delle città, una sostituzione delle costruzioni allineate , divoratrici di spazio, con costruzioni sovrapposte , con liberazione di vasti spazi verdi, uno studio sistematico dei problemi relativi alla circolazione (su più livelli specializzati), ecc. L'attività di Le Corbusier in seno ai C.I.A.M., le sue ricerche in nuove direzioni ( La Fattoria radiosa , Il villaggio cooperativo nel 1934, La fabbrica verde nel 1939-1940), la Carta d'Atene (1943), , la sua opera sulle Tre Sistemazioni umane (1945), sono alla base di tutte le soluzioni urbanistiche contemporanee.
Egli stesso ha applicato nella pratica alcuni dei suoi principi: a Marsiglia, dove costruì l' Unità d'abitazione (1947-1952) riferendosi al concetto di modulo , a Chandigarh, dove creò dal nulla una grande capitale, in Brasile, dove la sua infiuenza teorica fu considerevole.
Alcune realizzazioni caratteristiche di Le Corbusier
- Villa Savoia , costruita a Poissy nel 1928-1930; questa costruzione audace fu danneggiata nel corso della seconda Guerra Mondiale e corse il rischio di essere demolita; l'intervento di André Malraux l'ha fatta classificare come monumento storico".
- Il Palazzo della Società delle Nazioni è un progetto che porta la data del 1927. L'Istituzione internazionale creata dal trattato di Versailles esigeva la costruzione di un insieme architettonico dalle funzioni determinate e che fosse nello stesso tempo prestigioso.
Il Palazzo fu messo in concorso (337 partecipanti) e il progetto di Le Corbusier - oggi considerato, senza alcuna riserva, come perfettamente rispondente alle necessità della S.D.N. - fu bocciato dalla giuria. Quest'ultima comprendeva degli architetti progressisti, come Belage, Hoffmann e Karl Mosser, ma comprendeva anche delle personalità accademiche, decisamente chiuse all'arte moderna, come l'inglese Sir John Burnett e il francese Charles Lemaresquier, cieco difensore di un'architettura che, nel 1927, aveva 70 anni di ritardo; Horta, che aveva allora 66 anni, era, anche lui, dalla parte dei conformisti. Infine Aristide Briand, primo ministro francese, benché fosse un brillante uomo politico e un oratore valente, aveva in materia d'arte e di architettura, il gusto" di un piccolo borghese francese del 1850: egli combatté, col fervore degli ignoranti, il progetto di Le Corbusier. Finalmente si affidò a quattro architetti il compito di innalzare un insieme classico , in stile monumentale", assolutamente aberrante. Comunque sia, questo fallimento fu positivo: per la prima volta era stato esaminato e discusso un progetto moderno per un monumento ufficiale; certo, questo progetto era stato rifiutato (la ragione di questo rifiuto da parte di Lemaresquier: i disegni erano fotocopie e non originali!), però se ne era parlato, mentre, prima del 1914 , non sarebbe neppure stato preso in considerazione.
- Il Padiglione svizzero della Città universitaria (1931-1933) è un bell'esempio di organizzazione dello spazio: è una delle realizzazioni più libere di Le Corbusier e di P. Jeanneret (questi era un giovane cugino di Le Corbusier e fu un suo attivo collaboratore dal 1922 al 1939; sorvegliò anche il cantiere di Chandigarh).
- L'Unità d'abitazione di Marsiglia (1947-1952) è la prima grande opera realizzata in Francia da Le Corbusier il cui genio fu riconosciuto solo tardivamente dalle autorità ufficiali.
Quest'edificio fu oggetto delle critiche più stupide e più cieche da parte di quella che viene chiamata opinione pubblica" che, in materia di arte e di architettura, è sempre particolarmente male informata.
Fu stupidamente deriso il modulo , le idee stupefacenti di questa casa-bastimento che comprendeva delle strade interne, un teatro, un servizio sanitario, una palestra, dei servizi comuni di rifornimento, ecc. Realizzata immediatamente dopo la guerra, in condizioni materiali difficili, l' Unità d'abitazione resta uno dei più begli esempi di architettura sociale. Essa ha ispirato molte delle successive realizzazioni, e il suo messaggio è lungi dall'essere stato totalmente compreso.
- Chandigarh, capitale dello stato indiano del Punjab, è stata creata ex nihilo su un altipiano dell'Himalaya (essendo stata attribuita al Pakistan la capitale storica, Lahore). I lavori furono iniziati nel 1950, sui piani di Le Corbusier, diretti da P. Jeanneret e dall'ingegnere E.L.Varma, che aveva scoperto il luogo. Le Corbusier ha costruito personalmente il Campidoglio di Chandigarh che fu ultimato dopo la sua morte.
- La Cappella di Ronchamp (1955) e il Convento della Torretta (1959), nei pressi di Lione, sono senza dubbio, con la "Sagrada Familia" , di Gaudí, i capolavori dell'architettura religiosa del XX secolo.
- Il Carpenter Center for Visual Arts , all'università di Harvard (1962) è stato terminato quando Le Corbusier era ancora in vita; questa fu la sua sola opera americana.
Precisiamo tuttavia che la sua infiuenza negli Stati Uniti è stata immensa. Ecco come Giedion, professore ad Harvard, descrive l'arrivo del grande architetto: "Non ci era stato dato il permesso di rivelare agli studenti l'ora esatta dell'arrivo di Le Corbusier.
Malgrado questo divieto, la scuola intera era all'aeroporto quando egli arrivò. Gli studenti, contrariati dal fatto di non essere stati informati ufficialmente, si erano vendicati e non senza umorismo: sui muri della grande sala di Robinson Hall, centro della scuola di Architettura, essi avevano disegnato, col carboncino, degli Indiani sul piede di guerra in atto di seguire le tracce di Le Corbusier che trovavano, infine, nella persona del celebre Modulo, con la mano alzata e un gran buco al posto dell'ombelico, la famosa immagine con l'aiuto della quale Le Corbusier aveva esposto il suo sistema di proporzioni. Tale fu l'esordio di Le Corbusier in America". (Op. cit., p. 341).
Conclusioni di Le Corbusier
Pittore, scultore, ingegnere, filosofo, poeta, teorico, architetto, urbanista e, infine, umanista, Le Corbusier è senza dubbio uno dei rari esempi di personalità leonardesca" del XX secolo. Tutti i grandi artisti del mezzo secolo iniziato alla fine della Grande Guerra, tutti gli specialisti, tutti i pensatori, hanno ammirato il grande genio di Le Corbusier. Come Wright, anch'egli è stato un isolato, al di là delle Scuole e dei problemi particolari.
Egli è stato, più di ogni altro, un creatore di spazi: spazi per vivere e per sognare, spazi in calcestruzzo, spazi di vetro, spazi verdi.
Creatore e visionario, rifiutando, giustamente, i compromessi che altri hanno accettato, quasi a sfida di un avversario, Le Corbusier non ha potuto realizzare pienamente il suo genio. L'insuccesso del Palazzo della S.D.N., nel 1927, è stato il risultato di una veemente campagna politica condotta da Aristide Briand. Cosa ripetutasi nel 1947, a New York, per la costruzione degli edifici dell'O.N.U., questi dovevano essere opera di un Comitato di dieci architetti (fra i quali: Le Corbusier, Sven Markelius, Oscar Niemeyer), ma alla fine un architetto di secondo piano, l'americano Wallace K. Harrison - parente della famiglia Rockfeller - firmò solo col proprio nome la costruzione dell'O.N.U. (costui aveva conservato l'aspetto esterno del progetto di Le Corbusier ma aveva modificato a modo suo l'insieme della costruzione).
Alcuni anni dopo all'O.N.U. si decise di costruire l'edificio per l'UNESCO, a Parigi: il Dipartimento di Stato (rappresentato da Jacobs) e gli ambienti accademici francesi si opposero a che si scegliesse Le Corbusier come architetto e fu l'architetto capo delle Costruzioni civili e Palazzi nazionali francesi, Bernard Zehrfuss (nato nel 1911), che realizzò, senza alcun genio, il Palazzo dell'UNESCO .
Ma vi è di peggio. Molti dei giovani architetti contemporanei, soprattutto in Francia, continuano a costruire come se l'opera di Le Corbusier non fosse mai esistita.
Vi è, certamente, una reazione classica, un conflitto di generazioni.
Ma ciò che è grave è che essi costruiscono - tranne per i materiali e le tecniche - come nel 1870 o nel 1900, senza preoccuparsi minimamente dell'ambiente e delle necessità dell'habitat umano. Non è più tanto la politica" che comanda (benché intere regioni della Francia siano state minacciate con il consenso dei pubblici poteri e delle collettività locali), ma la finanza", gli speculatori e i promotori.
Punti di riferimento di L. M. Van der Rohe
Figlio di un tagliatore di pietre di Aquisgrana, ricevette la formazione di architetto a Berlino, presso Peter Behrens, nel cui studio lavorò fino al 1911. Al periodo tedesco (fino al 1938) si rifanno soprattutto dei progetti nei quali sviluppa la sua concezione strutturale dell'architettura; in questo periodo ha costruito" relativamente poco. Invece il periodo americano è caratterizzato da un'intensa attività; Mies Van der Rohe ha ottenuto, molto rapidamente, delle importanti commissioni; inoltre, gli fu affidata, fin dal 1938, la direzione della sezione di architettura all'IIT (Illinois Institute of Technology) di Chicago. In questo senso fu il capo spirituale degli architetti americani per più di trent'anni. Ecco una lista delle sue realizzazioni più importanti.
Caratteristiche dell'opera di Mies Van der Rohe
Mies Van der Rohe è un purista. Egli ha portato ad un punto di straordinaria raffinatezza l'utilizzazione dell'acciaio e del vetro, eliminando tutto ciò che, in una costruzione, poteva sembrare un lusso dell'immaginazione.
Egli ha utilizzato tutti i procedimenti tecnici messi a sua disposizione dal XX secolo industriale e costruì essenzialmente due categorie di edifici:
1 - abitazioni individuali ad un solo piano, concepite estremamente spoglie (due solette rettangolari sostenute da travi metalliche formano il pavimento ed il soffitto e sono collegate da un involucro di vetro; una terza soletta si dirige verso l'esterno);
2 - volumi in acciaio e in vetro, modellati , di grandi dimensioni, come i "Lake Shore Drive Apartments (1951) a Chicago, e il Seagram Building" a New York (1958).
Se si volesse caratterizzare la sua arte, che ha notevolmente trasformato l'aspetto urbano americano, si potrebbe dire che, in opposizione a Le Corbusier che ha cercato di strutturare lo spazio individualizzandolo, Mies Van der Rohe ha creato lo "spazio polivalente" , limitato da un'ossatura in acciaio e da pareti in vetro.
Lo slogan" di Mies Van der Rohe era: Less is more" (Di meno è di più). Egli definisce qualcosa di più rigido, di più astratto della sobrietà, una specie di estetica del niente. Tutto sommato non è molto lontano dall'arida concezione dell'architettura che analizzava Schopenhauer.
Alvar Aalto (1898-1976)
"Alvar Aalto è, nel campo dell'architettura, il rappresentante più prestigioso di quella tendenza che tende a fondere l'irrazionalità e la tipificazione" (Giedion, op. cit. , p. 380).
La carriera di Aalto inizia negli anni 1920. In questo periodo il suo compatriota e contemporaneo Brygmann, razionalista e romantico nello stesso tempo, costruisce alberghi, chiese, stabili amministrativi in cemento armato ed è difficile distinguere, partendo dalle loro opere e dalle loro idee, queste due personalità. Poi, tra il 1928 e il 1930, Aalto costruisce la tipografia del giornale Turun-Sanomat a Turku; la tipografia di questo giornale era situata sei metri sottoterra, ma riceveva la luce da un soffitto traslucido, poggiato su dei pilastri a fungo (confrontare con lo stabile Johnson di Wright). A partire da questo momento il genio architettonico di Alvar Aalto comincia ad evidenziarsi: dice "sì" alle novità tecniche, alle ossature in calcestruzzo , ai muri-schermi, ma dice no all'arido formalismo.
Costruisce preoccupandosi delle necessità individuali, al punto di prevedere il posto del letto e lo scarico silenzioso dei gabinetti (nel Sanatorio di Paimio , 1929-1933); cerca di dare un'anima finlandese (per l'utilizzazione razionale del legno ) alle sue costruzioni (esempio: il soffitto ondulato della "Biblioteca di Viipuri , 1927-1934). Infine, utilizzando sistematicamente il muro ondulato , nel Padiglione finlandese" dell'Esposizione del 1939 a New York, per il Dormitorio del MIT ( "Massachusetts Institute of Technology" , 1947-1949), riprende una tradizione inaugurata da Le Corbusier per il Padiglione svizzero della Città universitaria di Parigi.
Un altro aspetto della sua opera si riferisce alla pianificazione industriale. Le fabbriche e le segherie di Aalto non sono colossali nè sontuose: però si integrano nel paesaggio, mettono in risalto certi elementi del posto o del terreno: La Fabbrica di Sunila (1937-1939) è l'esempio più celebre; essa è concepita in relazione a dei postulati urbanistici basati sul rispetto dell'intimità individuale, postulati che si ritrovano nello Schema di cittá sperimentale (1940).
Fonte: Enciclopedia Alfatematica - Microforum - Peruzzo Informatica